Indice di contagiosità ancora in crescita in Puglia

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L’Rt, il complesso parametro che indica l’indice di contagiosità del coronavirus, è ancora in crescita in Puglia. Così tanto da collocare la nostra Regione virtualmente al primo posto della classifica del rischio, e da sfiorare quota 1, numero che sta a denotare che ogni positivo può contagiare un’altra persona. Nell’ultima rilevazione dell’Istituto Superiore della Sanità e della Fondazione Bruno Kessler, la Puglia è stata “quotata” allo 0,96. Peggio della Puglia farebbe solo la Sicilia (1,12) , ma sono gli stessi esperti ad avvertire che si tratta di un dato viziato da fattori contingenti: “In Sicilia sono segnalati pochi casi di infezione, con trend in riduzione nell’ultima settimana. L’Rt leggermente superiore a 1 potrebbe riflettere pregressi focolai limitati e di per sé non implica un aumento diffuso di trasmissione.”
Insomma siamo primi. Ma come si spiega un indice così alto, per la Puglia, come si spiega? Rispetto alla prima rilevazione, di cui abbiamo dato notizia qualche giorno fa, che aveva attribuito alla Puglia un indice pari a 0.78 si è registrata una crescita ulteriore, e significativa, di quasi lo 0.2. Sarebbe il caso che le autorità sanitarie e gli esperti al lavoro in Puglia forniscano qualche indicazione o chiarimento.
Non c’è da allarmarsi, visto che si tratta di un indice comunque basso (nei giorni caldi della pandemia, nelle zone rosse del Nord, aveva sfiorato quota 3), ma non si può neanche rallegrarsene, o prendere questo dato a cuor leggero.
Non si può abbassare la guardia, perché il virus è tutt’altro che sconfitto. E, come dice l’Rt così alto, una eventuale seconda ondata potrebbe abbattersi con maggior virulenza proprio nelle zone che sono state risparmiate dalla prima ondata.
Particolare attenzione va prestata in provincia di Foggia, che tra quelle pugliesi denota la maggior incidenza dei contagi in rapporto alla popolazione.
L’impressione è che nella opinione pubblica (e nei suoi comportamenti quotidiani) la percezione del rischio si sia attenuata. La fase 2 viene vissuta con una certa allegria, come se la pandemia fosse alle spalle. Purtroppo non è così.

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Author: Geppe Inserra

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