I conti non tornano. Soltanto qualche giorno fa, le segreterie
regionali Cgil, Cisl e Uil, assieme a quelle di categoria del settore
dei trasporti, sempre regionali, dopo l’incontro con l’assessore
regionale ai trasporti, Loizzo, ed i vertici di Rfi, Rete Ferroviaria
Italiana, avevano emesso un comunicato in cui commentavano positivamente
il programma di investimenti presentato dal gestore della rete
ferroviaria: “la realizzazione delle opere previste dal programma di Rfi
– si leggeva nella nota – darà un forte impulso al sistema regionale di
trasporti e logistica, e creerà sviluppo e lavoro.”
Nel nostro commento, pur apprezzando la dichiarazione di priorità a
favore del raddoppio della linea Adriatica nella tratta Lesina-Termoli,
che consentirà di superare l’anacronistica strozzatura, non avevamo
mancato di esprimere qualche perplessità sul fatto che il programma
parlasse solo marginalmente dell’alta capacità Bari-Napoli e,
soprattutto, come non si facesse alcun cenno alla realizzazione del
nuovo scalo merci a Borgo Cervaro o Incoronata.
Ricordiamo che quest’opera, promessa dall’ex ministro alle opere
pubbliche, Antonio Di Pietro, ha un valore strategico per Foggia, in
quanto consente di scongiurare il rischio che la stazione ferroviaria
del capoluogo dauno venga “bypassata” dalle linea ad alta capacità così
com’era nel progetto originario, che suscitò feroci polemiche.
LOIZZO, ANCORA LOIZZO
E sembra che proprio riguardo la stazione di Foggia i conti non tornino,
visto il durissimo comunicato diffuso dalle segreterie territoriali di
CGIL CISL e UIL e dalle Federazioni Filt, Fit e Uil di Foggia con cui
chiedono alla Regione Puglia “di convocare con urgenza un tavolo di
confronto con RFI e Trenitalia S.p.A., alle quali chiedere chiarimenti
in merito alle modalità ed ai tempi di avanzamento del progetto di Alta
Capacità ferroviaria che interessa il territorio pugliese.”
Ma come- vien fatto di domandarsi – questo tavolo di confronto non si
era già tenuto qualche giorno fa? E non erano state proprio i sindacati a
dare l’ok ai progetti di Rfi?
Qualcosa non quadra, dunque,e pur senza dirlo apertamente, con la loro
iniziative le segreteria provinciali territoriali e quelle delle
organizzazioni di categoria prendono le distanze, anzi si dissociano,
dai loro colleghi “regionali” e dall’assessore Loizzo, che del resto fu
tra i primi a sostenere il famigerato “bypass” della stazione foggiana.
Se a Bari dicono che “la realizzazione delle opere previste dal
programma di Rfi darà un forte impulso al sistema regionale di trasporti
e logistica, e creerà sviluppo e lavoro”, a Foggia si dice il
contrario. Come si legge nel comunicato sindacale, si dice “stop allo
smantellamento del sistema ferroviario di Capitanata”. In pratica, siamo
tornati indietro di tre anni.
Le strutture sindacali provinciali si dicono “fortemente allarmate per
il progressivo smantellamento delle strutture ferroviarie e per
l’inadeguatezza complessiva del sistema ferroviario provinciale, sempre
più incapace di garantire un efficace ed efficiente servizio di
trasporto di persone e merci”. Inoltre, il progressivo “abbandono” da
parte di Trenitalia attraverso la chiusura ed il ridimensionamento di
impianti e la riallocazione delle produzioni verso altri territori, sta
producendo una vera propria desertificazione del territorio che incide
negativamente sulla qualità dei servizi offerti ad un bacino d’utenza di
oltre un milione di persone e sui livelli occupazionali.”
LA REGIONE PUGLIA SEMPRE MATRIGNA
Quello che segue è un vero e proprio bollettino di guerra: nel prossimo
futuro sono previste, oltre alla chiusura dell’ Ufficio Sanitario
Territoriale e del Ferrotel di Foggia, diverse articolazioni
organizzative che incideranno sul peso e sul ruolo degli storici
Depositi del Personale di Macchina e Viaggiante, dell’ Impianto Merci e
di Manovra della stazione di Foggia. Tutto ciò mentre languono gli
interventi di velocizzazione e di raddoppio delle linee Foggia-Termoli e
Foggia-Benevento.
In pratica, una dismissione pressoché totale, che potrebbe preludere
anche al paventato ridimensionamento della stazione di Foggia, dalla
quale non passerebbero più i treni da e per Napoli e Roma, che
verrebbero dirottati su una stazioncina da costruirsi dalle parti di
Borgo Cervaro.
Del resto, quella di Di Pietro su una promessa, alla quale non seguirono progetti di fattibilità, e neanche impegni precisi.
Non è esente da responsabilità politiche la Regione Puglia che, ancora
una volta, potrebbe rivelarsi “matrigna” per la Capitanata. Non è un
caso, che nel comunicato, i sindacati confederali e di categoria
chiedano proprio alla Regione di “rimarcare, ancora una volta, che il
progetto di Alta Capacità sul territorio pugliese non può limitarsi
all’asse Bari-Napoli, tagliando fuori la città di Foggia”. A tal fine,
CGIL, CISL e UIL fanno appello ad una più forte mobilitazione
territoriale di tutte le parti politiche, sociali ed istituzionali della
provincia.
Secondo il sindacato, “è necessario riportare la Stazione del capoluogo
dauno al centro del progetto di Alta Capacità, che deve essere
Bari-Foggia-Napoli, e dell’intero sistema ferroviario del Mezzogiorno,
nel quale la nostra Stazione ferroviaria è sempre stata uno strategico
crocevia”.
Una bella sfida, che si vincerà o si perderà nella misura in cui il
territorio (istituzioni, partiti, forze sociali) saprà raccogliersi
attorno a quella che potrebbe essere una grande opportunità di
sviluppo, ma anche una cocente beffa. Il sindacato non è disposto a fare
sconti: “si tratta di una battaglia fondamentale per lo sviluppo,
l’occupazione e la qualità della vita del Sistema Capitanata, per la
quale CGIL CISL e UIL di Foggia sono pronte ad ogni azione di lotta
politica e sindacale”.
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