Biccari ombelico della Capitanata

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Uno degli obiettivi di Lettere Meridiane (anzi il suo obiettivo principale) è quello di favorire la circolazione delle idee, in una terra come la nostra in cui il pensiero è divenuto merce rara. Non dappertutto, però. Ad essere più distratte, forse perché alle prese con mille, cogenti problemi quotidiani, sembrano essere le città.
Ancora una volta, dai piccoli comuni dell’Appennino Dauno ci giunge invece una bella lezione di impegno civile. Si parla di sviluppo a Biccari.
Il sindaco, Gianfilippo Mignogna, replica al suo concittadino Salvatore Casasanta, che era intervenuto con un intelligente commento sul post di Lettere Meridiane dedicato alla “epoca dei pionieri” dell’Appennino Dauno, che mette oggi in mostra delle eccellenze (basti ricordare le tante Bandiere arancioni o i tanti Borghi più belli), proprio grazie a quanti hanno intuito l’importanza di un modello di sviluppo orientato alla valorizzazione culturale e turistica.
Anche Casasanta fu uno dei pionieri: il suo comune (Biccari) fu tra i primi a promuovere iniziative di un certo tipo, sagre intelligenti che non si limitavano soltanto agli aspetti gastronomici ma coinvolgevano anche quelli culturali. Però il circolo virtuoso azionato da Casasanta non ha dato, come altrove, i frutti sperati. Perché?

A questo interrogativo risponde Mignogna, con un commento al post, che mi piace riprendere perché pone, in effetti, una questione generale. Per la verità Mignogna mi ha lasciato sulla mia pagina di Facebook anche un commento in cui sempre a proposito del post scrive: “Grazie mille Geppe! Ho lasciato un post al tuo articolo. PS: per i Monti Dauni fai molto di più tu con la tua penna che tanti altri con le loro parole inutili.”
Verissimo, non certo per i complimenti (grazie… in ogni caso), ma perché il Subappennino, e più in genere tutto il Mezzogiorno hanno bisogno di comunicazione vera, di confronto. Di pensiero, appunto.
Ma veniamo al commento del sindaco di Biccari: “Quello che dice Casasanta è vero. Ma non può che far aumentare la rabbia in quanti hanno dovuto constatare come, in una certa fase storica ed amministrativa, Biccari abbia incredibilmente e progressivamente perso il ruolo da protagonista che recitava nell’ambito delle politiche di promozione territoriale. Non può essere negato il fatto che mentre altri Comuni gareggiavano per ottenere riconoscimenti importanti come le Bandiere Arancioni o i Borghi d’Italia, ed altri avviavano eventi di promozione destinati a crescere negli anni sempre di più, Biccari restava inesorabilmente indietro. Adesso che, come in una staffetta olimpica, mi è stato passato il testimone, non posso far altro che correre il più possibile per accorciare il distacco e recuperare il tempo perso. Magari non basterà un giro di pista, ma ci credo e corro. Se non altro, per aiutare nello scatto decisivo chi prenderà il testimone dopo di me.”
La sfida di Mignogna è difficile, e proprio per questo va sostenuta. I comuni, soprattutto quelli più piccoli, oggi dispongono di sempre meno risorse finanziarie da destinare al marketing territoriale, proprio in un momento in cui la competizione tra i territori ha assunto dimensioni importanti, tali da influire decisamente sulle possibilità di sviluppo degli stessi territori. Per dirla in soldoni: chi non riesce ad essere attrattivo, resta al palo.
Per Biccari, poi, la sfida è duplice, in quanto il comune che ha dato i natali a Donato Menichella (qui un post dedicato all’insigne economista) è stato protagonista di una pagina fondamentale della storia economica provinciale del ‘900: qui venne trovato il metano, da qui – e dalla vicina Deliceto – partirono le prime lotte per scongiurare che questa preziosa risorsa venisse portata altrove, come poi avvenne.
Biccari, assieme ad Ascoli Satriano, fu però tra i pochi comuni a giovarsi dello “scambio” con le Partecipazioni Statali, che avviarono un (fragile) tentativo di industrializzazione del territorio, attraverso l’Industria Resine Biccari. Avrebbe potuto essere il salto di qualità decisivo: ma non accadde. 
Biccari ha pagato molto di più di altri comuni il disimpegno selvaggio delle Partecipazioni Statali dalla provincia di Foggia. In questo senso – e dovremo riparlarle, su Lettere Meridiane – Biccari è un po’ l’ombelico della Capitanata.
Adesso c’è il coraggio di Gianfilippo Mignogna per cercare di risalire la china. Molto dipenderà dalla capacità della comunità biccarese di sostenerlo. Questo dialogo stabilito nei post di Lettere Meridiane può essere un buon inizio.
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Author: Geppe Inserra

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