L’opinione di Maurizio De Tullio / Eolico e aeroporto, come trasformarli in opportunità di crescita

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo la riflessione di Maurizio De Tullio su alcuni temi – l’eolico e l’aeroporto Lisa – trattati di recente, e diffusamente, da Lettere Meridiane.

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Quand’ero giovane militavo nei Radicali e uno dei cavalli di battaglia era l’opposizione al Nucleare e la promozione delle energie “alternative”: su tutte eolico e fotovoltaico. A Foggia ci prendevano per pazzi. Nel frattempo prese piede in Italia l’avventura dei “Verdi”. Ve lo ricordate il logo del ‘Sole che ride’? E insieme a Verdi, ARCI, FGCI, Amici dell’Ambiente, il mensile “il Picchio Rosso”, “Radio Luna”, Comunità Emmaus e tante altre piccole ma sensibili realtà, ricordo varie iniziative volte a considerare la questione ambientale e le energie alternative al petrolio un nodo cruciale per un moderno sviluppo del Paese.
Poi arrivarono i Referendum e, più recentemente, l’avvio di una politica energetica che ha spalancato le porte a pale eoliche e a sterminati campi di pannelli fotovoltaici.

Oggi, giustamente, si comincia a storcere il naso e a dubitare di certi benefici che tali alla fine non sono. L’ambiente si depaupera, i Comuni non godono di grandi introiti, produciamo più energia di quanta ne serva e alla fine la quasi totalità della torta se la spartiscono le grandi aziende, che non solo lasciano ‘mance’ ai nostri Comuni ma pagano altrove le tasse. Insomma: cornuti e mazziati.
Luca, un po’ amaramente, ci ricorda però come i contratti non siano a vita e quindi si dovrà andare a scadenza. Ma in attesa di ciò, sarebbe bene che quel che resta della nostra (insipiente) classe politica che siede a Roma e a Bari faccia ogni tanto la voce grossa.
Insomma: le energie prodotte da vento e sole sono importanti in provincia di Foggia, per la morfologia e il clima che favoriscono l’installazione di centrali in molte parti del nostro territorio, ma ciò dovrà tener conto di una normativa più rigorosa, che per es. obblighi un tetto massimo di KW producibili, localizzazioni che non mortifichino la bellezza di ambienti naturalistici e centri abitati, che garantisca royalties decisamente maggiori alle comunità ospitanti, che obblighi le grandi aziende ad avere sedi legali nel territorio in cui insistono gli impianti. Ma per fare ciò occorre avere politici, amministratori locali, categorie professionali e sindacalisti con gli attributi giusti. E di questi tempi ne vedo pochi…
Così come – in tema di aeroporti -non credo che la battaglia per l’allungamento della pista del nostro “Gino Lisa” sia la soluzione ideale. Farà atterrare qualche charter più grande ma non elimina il grosso dilemma di fondo legato al fatto che si tratta pur sempre di un aeroporto interno alla città, coi limiti e i rischi che ne derivano.
Tre anni fa proposi sulla rivista “Diomede” che il vero e unico aeroporto di Foggia – con lo sforzo sinergico di almeno tre o quattro province – dovesse sorgere tra Foggia e San Severo, in aperta campagna e non in città. Come? Svendendo l’area dell’attuale “Gino Lisa” agli insaziabili palazzinari foggiani e ricavando ingenti risorse; reperendo fondi comunitari e regionali; attivando altre risorse dalle Camere di Commercio delle tre (o quattro) province coinvolgibili.
Ovviamente dovrebbe nascere una società mista che sovrintenda tutta l’operazione, riflettendo sull’utilità di uno scalo passeggeri e commerciale che guardi a un grande pezzo di Mezzogiorno cui una struttura del genere può essere funzionale alla soluzione di molti problemi (decollo del turismo classico, internazionale, congressuale e religioso; rilancio dell’agricoltura; rivitalizzazione dei porti di Manfredonia e Termoli; valorizzazione delle aree interne ecc.
Immagino che ciò comporti non pochi sforzi e problemi (anche di linguaggio comune) ma se le basi si cominciano a porre oggi, tra sei o sette anni potrebbe nascere una nuova, grande e strategica realtà nei collegamenti aerei che in un colpo zittisca le Cassandre di via Capruzzi e sveli un’immagine moderna e concreta del “desolato” Mezzogiorno d’Italia.
Ma anche in questo caso intuisco un gran silenzio delle Istituzioni e, peggio, l’incapacità dei nostri rappresentanti politici a pensare “oltre” il nostro caro, vecchio e, purtroppo, inutile “Gino Lisa”.

Maurizio De Tullio
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Author: Maurizio De Tullio

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