L’Ilva di Taranto |
Un blog come Lettere Meridiane consente a volte confronti insoliti ma intriganti. Come quello tra lettori tarantini e foggiani sul derby che ha opposto le due città pugliesi per l’individuazione del terzo scalo pugliese da comprendere, oltre a quelli di Bari Palese e di Brindisi, nel piano nazionale degli aeroporti.
Come sapete l’ha spuntata la città ionica, e c’era in un certo senso da aspettarlo, come ho avuto già modo di sottolineare in una recente lettera meridiana.
La discussione che state per leggere (e vi suggerisco di farlo attentamente) è preziosa, perché testimonia che il tema dello sviluppo diseguale della Puglia è percepito fortemente non soltanto dai dauni, ma anche dai tarantini. E che un sistema Puglia, fondato su un’identità consapevole e condivisa della nostra regione, è tutto ancora di là da venire.
Il lettore tarantino che ha onorato Lettere Meridiane con le sue considerazioni è Cosimo Rusciano che così scrive: “Perchè la situazione dello scalo civile ionico è peggiore di quello di Foggia? L’aeroporto di Grottaglie è stato scelto perché è a cavallo fra tre regioni ed il suo bacino d’utenza è principalmente la Calabria ionica e la Lucania. Si dovrebbe fare più squadra e capire che la regione Puglia è un sistema solo a favore di Bari e di Lecce.”
Una sola osservazione, da parte mia: quando ho scritto che lo scalo jonico ha problemi anche peggiori di quello di Foggia mi riferivo al problema dei voli di linea. L’attività dell’Arlotta è stata ancora più discontinua e travagliata di quella del Lisa, sotto questo profilo. Vero è che i tarantini si sono mobilitati per la difesa del loro scalo, protestando duramente verso Adp e presentando anche numerosi esposti alla magistratura. Quanto al bacino di utenza, anche il Lisa ha un’evidente vocazione interregionale (diversamente non sarebbe stato la principale base operativa degli alleati nella seconda guerra mondiale, e la città di Foggia non avrebbe subito tante distruzioni e tanta violenza). L’aspetto strategico dell’aeroporto tarantino mi sembra la sua integrazione con il polo aerospaziale pugliese. Condivido tutte le altre considerazioni di Rusciano sulla necessità di fare squadra.
All’amico tarantino ha risposto anche Anna Maria Bisciotti: “Taranto con il suo bacino e l’ Ilva sull’orlo della chiusura sembra una città in declino. Se poi si desidera sostenere che è stato previsto l’aeroporto di servizio per l’Alenia, allora ci si deve anche chiedere quali interessi economici si celano dietro questa operazione regalata e passata sottosilenzio e di cui i vendoliani che hanno sgovernato Taranto dovrebbero sapere più di quanto sappiamo noi. E’ chiaro che la sinistra a Taranto cerca di risalire la china, essendo stata bastonata alle ultime elezioni e non poteva che ricevere dal governo amico un regalone. In certi casi, sarebbe necessario togliersi la casacca e proporre un’analisi più critica e meno allineata, solo per fare un buon servizio all’informazione.”
La discussione è conclusa da un ulteriore commento di Cosimo Rusciano, un tantino spiazzante: “La chiusura dell’Ilva sarebbe la rinascita di Taranto.”
Personalmente ritengo che le affinità tra Foggia e Taranto siano molte di più di quanto non sembri a prima vista e di quanto non suggerisca la distanza geografica. Non a caso, l’ultima edizione del Festival del Cinema Indipendente di Foggia ha celebrato una sorta di gemellaggio (molto bello) tra le due città, cenerentole pugliesi. Ma questo è un antro discorso, e ve lo racconto domani…
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