Cinemadessai | Di Vaio, il cinema duro che racconta la speranza

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OGGI IN TV
Sembra una regola. Il buon cinema alla Rai va in onda di notte. Soprattutto se affronta un certo tipo di temi, come i film che vi propongo oggi.
L’orario è impossibile (su Rai 1 alle 3.20 della notte tra mercoledì e giovedì) ma vale la pena  di vederlo (almeno per gli insonni) o di registrarlo, Largo Baracche, docufilm di Gaetano Di Vaio, vincitore del premio per il Miglior documentario al Festival del Cinema di Roma del 2014.
Di Vaio è decisamente un personaggio a se stante nel variegato mondo del cinema italiano. Napoletano, da bambino è stato vittima vittima di violenze e soprusi. Da adolescente è entrato nel giro della piccola criminalità partenopea, senza affiliarsi alla camorra, ma finendo in carcere per storie di rapina e di droga. La svolta della sua vita è avvenuta proprio dietro le sbarre di Poggioreale, dove ha studiato, fino a diventare operatore culturale. Tornato in libertà, è diventato attore e regista, entrando nella compagnia I ragazzi del Bronx napoletano creata da Peppe Lanzetta, e fondando l’associazione culturale Figli del Bronx, divenuta in seguito una casa di produzione cinematografica.
Questo humus e questo pathos si ritrovano tutti in Largo Baracche, cuore pulsante dei Quartieri Spagnoli di Napoli, dove Di Vaio segue e racconta le vite di sette ragazzi alle prese con i loro problemi quotidiani e con la loro voglia di riscatto.
Il gruppo decide di dare vita ad una “batteria” molto diversa da quelle tipiche dei clan camorristici. È una “batteria del bene” che si batte per affermare la legalità, per dimostrare che un futuro diverso da quello che sembra già scritto per chi nasce in certi posti di Napoli, è possibile. Da non perdere.

Se siete pigri e non volete restare in piedi, né videoregistrarlo, la Rai mette a disposizione il film anche in streaming, a questo link. Qui sotto un clip dal film.

Clip “Largo Baracche” from Figli del Bronx on Vimeo.

DOMANI
Anche per domani, se non siete sonnambuli vale la pena mettere mano al videoregistratore. Opera prima di Valeria Golino, Miele (2013) è un film urticante e scomodo, che affronta con grande intelligenza e sensibilità temi delicati quali la morte, l’eutanasia, la depressione. Tratto dal romanzo A nome tuo di Mauro Covacich, racconta la storia di Irene (una superba e convincente Jasmine Trinca), una trentenne che aiuta i malati terminali con il suicidio assistito. Ma tutto cambia dopo l’incontro con l’ingegner Grimaldi (Carlo Cecchi, molto bravo) che, malato di depressione, le chiede aiuto.
Golino racconta con piglio sicuro, senza scadere mai né negli stereotipi, né nel melò. Presentato al Festival di Cannes 2013, il film ha suscitato – il che non accade tutti i giorni – interesse e attenzione anche in America. Il The New York Times ha definito  «impressionante» il debutto alla regia di Valeria Golino. A restare colpito dal film anche Sean Penn che ha poi voluto Jasmine Trinca nel film The Gunman. È possibile vedere Miele nella notte tra venerdì e sabato, alle 3.05 su Rai 2.
[Cinemadessai è una nuova rubrica di Lettere Meridiane: consigli quotidiani per godere al meglio della programmazione cinematografica in tv. Le Lettere Meridiane dedicate a Cinema per sempre non vengono distribuite sul consueto circuito di gruppi Facebook ma soltanto sul blog, sulla pagina Facebook di Lettere Meridiane, sulla Pagina del Festival del Cinema Indipendente di Foggia, sul diario facebook dell’autore, Geppe Inserra, e sul gruppo Amici e Lettori di Lettere Meridiane. Per non perderne neanche una, diventate fans delle pagine o iscrivetevi ai gruppo, cliccando sui relativi collegamenti.]

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Author: Geppe Inserra

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