Consultando la voce dedicata da Wikipedia a Pio e Amedeo, nei rimandi alle note, viene citato un articolo di Maurizio De Tullio, comparso nel sito web del glorioso periodico Il Vademecum, che Maurizio curava assieme ad Angelo Renzulli e che si occupava con notevole attenzione e diligenza critica, dell’informazione locale di Foggia e provincia. Purtroppo il sito è stato parzialmente rimosso, e il collegamento non funziona più.
Assieme a Renzulli e a De Tullio, siamo riusciti a scovare una copia dell’articolo, che di seguito riproponiamo. Vi si descrivono gli inizi della carriera del duo comico foggiano che sta spopolando in televisione con Emigratis, e si rievoca un pezzo importante della storia della televisione privata a Foggia, di cui i due sono stati assoluti protagonisti. De Tullio mostra una notevole lungimiranza nell’intuire, dodici anni fa, che i due simpatici ragazzotti che allora imperversavano su Telefoggia avrebbero fatto strada.
Di strada da allora ne hanno fatto proprio tanta, sempre conservando quella spontaneità e quella freschezza che rappresenta la loro qualità migliore e che, dopo aver affascinato il pubblico foggiano, sta adesso conquistando tutta l’Italia. L’articolo originale pubblicato nella sezione televisiva della testata www.ilvademecum.it (Anno 5, marzo 2005, num. 111) era intitolato Piccole “Iene” crescono: due folletti a “Telefoggia”.
Sono i protagonisti di “Occhio di bue”, trasmissione leggera ma non troppo all’interno della quale i due giovanissimi cabarettisti, coadiuvati dal regista Danilo Longo col quale formano un affiatato trio, si lanciano in pubbliche denunce, realizzano filmati apparentemente banali ma di una efficacia sorprendente e propongono scenette prevalentemente recitate in dialetto foggiano.
Ma la televisione é solo l’ultima loro scoperta. Nonostante la giovane età, hanno alle spalle anni di animazione svolta nei villaggi turistici e qualche annata di cabaret. L”esordio ufficiale risale al 1999 quando vincono il Festival del Cabaret organizzato dal Comune di Cerignola. Poi arriva il salto in tivù, grazie al direttore di “Telefoggia”, Attilio De Matteis che li vuole per vivacizzare le trasmissioni in cui é protagonista una squadra foggiana militante in serie B. Ovviamente non é il Foggia Calcio ma il Fovea e il campionato é quello di calcetto. E’ il mese di aprile del 2004 e da allora le loro apparizioni nella storica emittente foggiana si moltiplicano.
Pio & Amedeo non temono la telecamera ma la cavalcano. Sono lesti nello sfruttare le più svariate problematiche cittadine (urbanistica, lavori pubblici, verde, scuole, traffico etc.) e lo fanno ricalcando colleghi un po’ più noti. Quelli di “Striscia la Notizia” e delle “Iene” per esempio. Se glielo fate notare magari vi diranno che non é così ma non c’é dubbio che molti servizi risentono di uno stile e un copione già visti. Poco male, perché l’importante é il risultato. E da questo punto di vista non é azzardato affermare che taluni loro servizi – mesi in scena con lo sberleffo, la parlata foggiana, la limitatezza tecnica – valgono molto di più di quelli cosiddetti “ufficiali” che vengono incartati e smerciati alla meno peggio nei TG di talune tivù locali, per non dire di qualche giornale locale.
A loro però non interessa toccare la politica e dicono di occuparsi del Comune di Foggia a prescindere da chi fa il Sindaco. Gustosissime le parodie sui tifosi rossoneri, con i personaggi di Fafonzo e Archimede. Temevano una qualche forma di ritorsione, o di rimprovero dai tifosi del Foggia, quelli veri che ogni domenica vanno allo stadio sentendolo quasi come un dovere. A questa “fauna” tipicamente estremista – verso la vita più che verso il calcio – i due hanno fatto e rifatto il verso, sottolineando gli aspetti più folcloristici e demenziali senza per questo ricevere critiche. Una caricatura a lieto fine di un microcosmo, quello del calcio popolato dagli “ultras”, che a Foggia come altrove pretende di essere il centro del mondo.
E alla fine grattando grattando si scopre che forse anche loro sono dei simpatici “ultras”, magari solo della risata, se é vero che alla domanda “Ma da grandi cosa volete fare?” hanno risposto senza mezzi termini: “Divertirci!”.
Maurizio De Tullio
Views: 12