Cento volte giro | Le tappe di Foggia, Lucera e Peschici, pezzi di storia del ciclismo

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Eccoci alla terza ed ultima puntata del racconto di Maurizio De Tullio, che rievoca tutti gli arrivi e le partenze del Giro d’Italia in provincia di Foggia, nelle sue cento edizioni. Il racconto è dedicato alla memoria del ciclista lucerino Domenico Tutolo.
Potete trovare qui sotto i collegamenti alle due precedenti puntate:

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Fausto Coppi allo stadio Zaccheria di Foggia

Quattro anni dopo, il 28 maggio 1951, il Giro arriva allo stadio “Pino Zaccheria” di Foggia proveniente da Napoli. Questa nona tappa, dopo 181 km, segna il punto più meridionale della manifestazione ciclistica e registra l’affermazione di Giovanni Corrieri, compagno di squadra del grande Bartali che giunge secondo. Ma il Giro lo vincerà Fiorenzo Magni, per la seconda volta. Il giorno dopo si parte alla volta di Pescara e dopo ben 311 km vince il romagnolo Giuseppe Minardi in quella che sarà la tappa più lunga della corsa rosa.
Devono passare altri ben undici anni prima che la Capitanata torni ad ospitare da protagonista la grande manifestazione ciclistica nazionale.

Il 26 maggio 1962 si corre, infatti, l’ottava tappa del Giro, Avellino-Foggia, di 110 km e la vince l’olandese Umberto Zilverberghe. Il giorno dopo, al termine di 205 km, il percorso Foggia-Chieti vede la vittoria di un altro grande nome del ciclismo mondiale, il belga Rik Van Looy. Due tappe entrambe all’insegna della supremazia dei Paesi Bassi!
Ancora una volta Foggia e la Capitanata devono attendere un decennio per assaporare da vicino le gesta dei grandi campioni delle due ruote ed ospitare una tappa.
Accade il 24 maggio 1972 quando la quarta frazione è divisa in due parti. La prima si disputa da Francavilla al Mare alle montagne del Block Haus, su una distanza di 48 km. Nello stesso giorno si arriva a Foggia, dopo 210 km, e il dato complessivo dell’inedita giornata vede l’affermazione di un bravo ciclista italiano, Wilmo Francioni. Il giorno dopo si corre la quinta tappa, Foggia-Montesano Terme, di Km. 238, e domina la corsa Fabrizio Fabbri.

Franco Bitossi

Due anni dopo, il 22 maggio 1974, la sesta tappa è tutta pugliese, da Taranto a Foggia. Dopo 206 km vince Franco Bitossi, uno dei più grandi ciclisti italiani di sempre. Il giorno dopo si corre la settima tappa, da Foggia a Chieti, per un totale di 257 km, ancora una volta la tappa più lunga del Giro quell’anno, al pari dell’ultima. Vince Ugo Colombo. Sia nel 1972 che nel 1974 il Giro d’Italia se lo aggiudica lo “squalo” Eddie Merckx, forse il più grande ciclista di tutti i tempi, sebbene i paragoni siano sempre improbabili per differenze tecniche e ambientali.
Nel 1977 Foggia sarà sede di arrivo e partenza del Giro. Il 22 maggio si svolge la seconda tappa, Avellino-Foggia, di 118 km, vinta da dal belga Rik Van Linden. In città si svolge la seconda parte in circuito per un totale di 65 km, vinta da Luciano Borgognoni. Il giorno dopo parte la terza tappa, di 166 km, da Foggia a Isernia, che viene vinta da Simone Fraccaro. Due giorni dopo si registra la vittoria al Giro del ‘foggiano di Troia’ Mario Beccia.
Il 1979 la corsa rosa sceglie ancora la Capitanata ma cambia la scena. Il 22 maggio, infatti, si corre la quinta tappa e il Giro, dopo 223 chilometri, giunge sul lungomare di Vieste, offrendo all’Italia una bella immagine del nostro Gargano. La gara viene vinta da uno strepitoso Giuseppe Saronni che sarà anche il vincitore finale. Il giorno dopo si parte alla volta di Chieti e dopo 260 km vince lo svizzero Bruno Wolfer.
Gli anni Ottanta saranno forse i più generosi per la Capitanata da parte degli organizzatori.
Si comincia il 30 maggio 1980 con una durissima 14a tappa, la Foggia-Roccaraso, di 186 chilometri. È una gara a suo modo storica perché la vince, per l’unica volta quell’anno, un altro mito del ciclismo mondiale, il francese Bernard Hinault, che però farà sua quella edizione del Giro.
Tanta Puglia anche l’anno successivo, con la seconda volta del Gargano ad ospitare i corridori per lo sprint finale. Si comincia il 19 maggio con la quinta tappa, Marina di San Vito-Rodi Garganico, di 180 km. La vince ancora Giuseppe Saronni mentre il giorno prima il troiano Mario Beccia si era affermato in un’altra tappa del Giro, quella di Lanciano. Si parte il giorno dopo da Rodi alla volta di Bari e, dopo 226 km, riecco Saronni bissare il successo del giorno prima.

Mario Beccia

Su Mario Beccia va aperta una doverosa parentesi. Il piccolo ma grintoso corridore troiano non sarà mai un ‘girino’ qualunque. Basti dire che nella edizione del 1983 si piazzerà al quarto posto generale, dietro Saronni, Visentini e Fernandez e prima di altri grandi nomi quali Thurau, Lejarreta e Van Impe! Oltre a svariate vittorie al Giro, vinse anche una Freccia-Vallone, un Giro della Svizzera e un Giro dell’Appennino, finendo poi terzo ad una Milano-Sanremo.
Tre anni dopo a fine manifestazione, il Giro incorona un altro mito del ciclismo italiano, Francesco Moser. Il 23 maggio 1984 si corre la sesta tappa, Chieti-Foggia di 193 km. La vince il grande ciclista trentino, esponente di punta di una grande famiglia di corridori. Il giorno dopo parte la settima tappa, Foggia-Marconia di Pisticci di 226 km, e se l’aggiudica lo svizzero Urs Freuler.
Il 25 maggio 1985 il Giro ha per epicentro Foggia con l’ottava tappa. La città sarà teatro di due semitappe. La prima (con i “giri sprint”, per un totale di 45 km) è vinta da un grande velocista, Stefano Allocchio, mentre la seconda semitappa arriva a Matera e, dopo 167 km, la vince il portoghese Acacio da Silva. In questo secondo segmento di gara, si registra una caduta “storica”, con una cinquantina di corridori coinvolti!
Tre anni di attesa e riecco la carovana rosa sbarcare ancora sul Gargano e riecco l’inedito “spezzatino” di una tappa divisa in due semitappe. Il 26 maggio 1988 la quarta frazione del Giro parte da Vasto e, dopo 123 km, giunge nella graziosa Rodi Garganico dove si afferma Massimo Podenzana. A seguire la seconda semitappa, da Rodi a Vieste, su un percorso suggestivo di 40 chilometri. In questo caso l’affermazione è a squadre e vince la formazione della Del Tongo-Colnago, una delle società più forti del ciclismo nazionale. Il giorno dopo si corre la quinta tappa, da Vieste a Santa Maria Capua Vetere, in Campania, di 260 km e ancora una volta la più lunga di quella edizione. La vince un altro velocista strepitoso del nostro ciclismo, Guido Bontempi.
A questo decennio, così ricco di gare e sfide in terra di Capitanata, non corrisponde quello successivo. Gli anni Novanta, infatti, si aprono e chiudono sul finale di decennio e le tre uniche tappe che, solo in parte, vedono la Capitanata sede di arrivo o di partenza, saranno curiosamente vinte da tre atleti stranieri.
Il 25 maggio 1998 si corre la nona tappa, Foggia-Vasto di 169 km, vinta dallo svedese Glenn Magnusson. Quell’anno, clamorosamente, trionferà sia al Giro che al Tour l’indimenticato Marco Pantani, l’ultimo autentico eroe italiano del passato.

Marco Pantani

Il 20 maggio 1999 è in programma la sesta tappa, Laurìa-Foggia di 245 km. La vince il lèttone  Romans Vainsteins mentre il giorno dopo, da Foggia a Lanciano, dopo 157 chilometri si afferma l’olandese Jeroen Blijlevens.
Il nuovo millennio offrirà sette occasioni alla provincia di Foggia per mettersi in mostra al grande pubblico, con ben quattro tappe sedi di arrivo.
Si comincia il 18 maggio del 2000 quando si disputa la quinta tappa Matera-Peschici con la vittoria, dopo 221 km, dell’abruzzese Danilo Di Luca che, anni dopo, sarà coinvolto in una brutta storia di doping. Il giorno dopo si corre la Peschici-Vasto, di 160 chilometri. S’impone il russo Dimitri Konyshev, sprinter di razza.
Il 21 maggio dell’anno dopo è Lucera sede finale di tappa. Il Giro è partito solo due giorni prima e nella bellissima cittadina federiciana s’impone nella seconda tappa, Fossacesia-Lucera di 163 km, il tedesco Danilo Hondo che fa il bis anche il giorno dopo, con partenza da Lucera per Potenza, per 149 chilometri totali.
Il 16 maggio 2006 il Giro fa nuovamente tappa a Peschici, proveniente da Termoli. La sesta tappa, lunga 187 km, è vinta da Franco Pellizzotti.
Il 15 maggio 2008 si corre la sesta tappa Potenza-Peschici. Vince, dopo 232 km, Matteo Prìamo.

Una splendida immagine dello sfortunato
Michele Scarponi

Il 19 maggio 2010 è in programma l’undicesima tappa, Lucera-L’Aquila, che con i suoi 264 km è la più lunga quell’anno. Viene vinta da un altro russo, Eugeny Petrov, ed è l’ultima volta che il Giro si ferma in provincia di Foggia.
Tra qualche giorno si riparte, ancora da Peschici.
E allora… vola Giro! Raccontaci nuove e sorprendenti avventure. Facci sognare per quei morsi dati alle montagne, facci vibrare per duelli dal sapore antico, facci gridare per quei colpi di rene dati con l’anima per strappare un centimetro agli avversari.
Donaci ancora una volta momenti esaltanti nel ricordo di chi non c’è più, come Michele Scarponi tragicamente scomparso solo da pochi giorni, che ha lasciato pagine commoventi nella storia di questa corsa e di questo sport, faticoso e alieno.
Maurizio De Tullio
Dedicato alla memoria di Domenico Tutolo

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Author: Maurizio De Tullio

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