Foggia, città che implode (di Maurizio De Tullio)

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Lo splendido “atto d’accusa visivo” realizzato dal bravo Michele Sepalone, è solo un piccolissimo spaccato della triste realtà urbana di Foggia. Da oltre due anni sto raccogliendo tanto di quel materiale da stupire lo stesso Padreterno…
Un atto d’accusa, quello pubblicato su LM, che chiama in causa cittadini e amministratori anche se, a fine percorso, vien da chiedersi se siano più colpevoli i primi o i secondi, in una gara che, come lasciano intendere i frammenti di Sepalone, sembra non avere mai fine.
Ho solo un rimprovero da fare al bravo fotografo: perché chiamare in causa la giungla, cioè la natura?
La giungla è un ecosistema perfetto, per quanto pericoloso per gli uomini che vi si avventurino, e la natura fa sempre e solo il suo mestiere. Sono gli uomini, tutti noi, che di fronte alle responsabilità ce ne infischiamo, e preferiamo giocare, in questo nostro terreno urbanizzato che è Foggia, alla stregua di un vecchio Far West, dove ognuno usa la legge a proprio piacimento.
Quel lordume nel nuovo terminal, quei vetri infranti in locali pubblici, quelle panchine divelte, quelle scritte che vandalizzano ogni parete o spazio disponibile, quelle strade maltrattate da funzionari e tecnici incompetenti sono il risultato del “patto di ferro” tra cittadini (con licenza di vandalizzare) e pubblici amministratori (incapaci a gestire la cosa e “le cose” pubbliche).
Parco San Felice (escluso lo spazio di ParcoCittà, autogestito da quattro associazioni e da volontari) è tornato preda di motorini, spacciatori e giovani vandali. Ma i neofascisti della vecchia e della nuova ora vedono in città solo “invasioni” di extracomunitari, quando la maggior parte di quelli stanziali sono quelli che, grazie allo sfruttamento di “civilissimi” e “arianissimi” foggiani consentono le buone pratiche domenicali a base di sughi di pomodoro per milioni di italiani…
Né vedono le floride attività paninare (con una media-scontrini vicine allo “zero assoluto”!!), abbinate alla vendita di ettolitri di birre, svolte dal calar della sera fino a notte fonda e le cui conseguenze (sporcizia, bottiglie rotte e lattine vuote, musica ad alto volume, gazzarre ecc.) trovano sfoghi episodici e fini a se stessi sui social o sul muro del pianto di “Foggia Today”.
Anzi, colgo sempre più un atteggiamento ‘paraculista’ di quanti (e sono tanti) a Foggia amano pubblicare foto-denunce sui social o su “Foggia Today” sperando che, poi, una fatina buona o qualche anima pia operante nelle stanze di Palazzo di Città si trovi a leggere tali denunce e magari, preso da uno slancio di umana sensibilità, intervenga per porre fine al disturbo, allo sconcio o al malaffare. Ma questo, come si evince dalle notizie di cronaca, non accade quasi mai.
Mi ha molto colpito un caso, recentissimo, denunciato proprio su “Foggia Today” da un sensibile cittadino che, tra le aiuole di via Ester Lojodice (zona San Pio X) si è imbattuto, ha fotografato un bello scorpione, nemmeno tanto piccolo, inviando la segnalazione a FGT: “Chissà come sarà arrivato lì!”, “Sarà certamente pericoloso!”, “Speriamo che qualcuno intervenga!”, “Lì ci passano i nostri bambini!”.
Che bella gente che anima questa città, cari Geppe e Michele! Invece di recarsi subito alla ASL e presso i Vigili Urbani (con la foto, ovviamente), il nostro “nativo digitale” ha pensato bene di trasmettere denuncia e foto solo a “Foggia Today”, liberando la coscienza da possibili responsabilità.
E i redattori di quel giornale telematico – fossimo stati in un’altra città e con ben altre qualità giornalistiche – avrebbero immediatamente ringraziato il lettore e fatto intervenire chi di competenza.
Ma di che stupirsi più?! Foggia è quella descritta nel passaggio finale firmato da Geppe Inserra, che condivido tranne per il fatto che se continuo a viverci non è per i ricordi che mi legano ad essa. Quelli restano con noi per sempre, a prescindere dal luogo ove si viva.
Ribadisco, quindi, quanto scritto alcuni anni fa proprio su ‘Lettere Meridiane’: Foggia è una città destinata a implodere. Questione di tempo, purtroppo.
Cordialmente (Maurizio De Tullio)

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Author: Maurizio De Tullio

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