Lucio Dalla e Manfredonia nel contest di Unipol Banca e Giostra Film

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Ti racconto Lucio Dalla di Angelo Riccardi è un libro bello. Onesto e vero.
Ci ho messo pochi giorni a leggerlo e molti mesi per scriverne la recensione, come mi succede con i libri di cui m’innamoro mentre li leggo. Per scriverne, c’è poi bisogno di una metabolizzazione lunga, di una presa di distanza.
Mi viene fuori adesso, prorompe inattesa come fosse un’urgenza, per le ragioni che vi spiegherò alla fine del post. Abbiate dunque la pazienza, di leggerlo tutto.
Cominciamo col dire che il fatto che Ti racconto Lucio Dalla sia stato scritto dal sindaco di Manfredonia, è puramente un accidente del caso. Certo l’essere primo cittadino ha messo l’autore nella condizione di avere un rapporto non solo personale con il cantautore di Bologna ma anche istituzionale. In realtà, fin dalle prime pagine del libro, si capisce che i libro racconta proprio la storia di un rapporto, che è per certi versi un rapporto a tre: Lucio Dalla, Angelo Riccardi, e soprattutto Manfredonia.

Credo che il libro m’abbia stregato proprio per questo, per questa comunanza. Sullo sfondo c’è, inesorabile, la bellezza irripetibile e la forza di suggestione di Manfredonia, che ti strega. Puoi amarla solo se ti lasci stregare, e io ho imparato a lasciarmi stregare, ad amarla.
Il libro è appassionante, costantemente in bilico tra giornalismo d’inchiesta, diario e romanzo. Lucio Dalla visse molte estati della sua infanzia a Manfredonia, dove tornava spesso e volentieri. Riccardi le ricostruisce puntualmente e dettagliatamente, con il corredo di testimonianze dirette dei tanti amici che lo hanno conosciuto e gli hanno voluto bene, e di un ricchissimo corredo fotografico, per lo più inedito.
L’amore che Dalla aveva per Manfredonia è certificato dalle molte sue scelte artistiche, ma restavano avvolti da una certa indeterminatezza molti aspetti delle sue estati sipontine, così come l’autentico mistero della copertina del disco che lo rese celebre, 4/3/1943, canzone vagamente autobiografica, in cui si parla di un padre “che era un bell’uomo e veniva dal mare”.
La copertina del disco venne disegnata da Francesco Logoluso (intervistato da Riccardi, il cui bozzetto potete vedere qui a fianco) ed ha autorizz
ato molte leggende metropolitane quella freccia, che indica un punto indefinito, nel centro storco della città sipontina.
Riccardi non ci gira attorno, e prende sul serio le voci insistenti di una presunta paternità garganica. Scova documenti, raccoglie testimonianze che contribuiscono a diradare la nebbia che avvolgeva quelle estati trascorse da Lucio Dalla a Manfredonia, e disegnano un quadro vivissimo e sotto molti aspetti struggente del rapporto esclusivo e dell’amore, assolutamente ricambiato che li legò.
Angelo Riccardi arriva a un passo dalla soluzione del rebus. Ma il finale riserva un colpo di scena che suggella in maniera sorprendente, e definitiva, questo amore irripetibile e denso.
Conoscendoli tutti – Angelo Riccardi, Manfredonia e Lucio Dalla (quest’ultimo come puoi conoscere un cantautore che ami e che suoni e che canti) – non mi stupirei se fosse vera l’ennesima leggenda che attorno a Dalla si racconta a Manfredonia, riportata da Riccardi nel prologo.
In breve, a Manfredonia “vedono” ancora Lucio Dalla, aggirarsi di notte, “non furtivo, ma sfuggente, un’ombra, un riflesso, forse un fantasma”. 

Crederci, non è difficile – scrive Riccardi-. Le fughe e queste apparizioni, a Manfredonia, erano tra i numeri di Lucio. Qualcosa di profondo lo legava alla città, al porto, alle sue strade e ai suoi misteri. Che fosse in veste di fantasma o con la sua carne e le sue ossa, Lucio tornava sempre a Manfredonia, luogo della sua infanzia. Luogo dell’anima.

Ecco, mi piace pensare che il prologo sia invece la conclusione. Un rapporto che travalica la finitudine del tempo, ma che sicuramente continua.
La ragione dell’urgenza che mi ha spinto a scrivere (finalmente) la recensione riguarda l’ennesima puntata: Angelo Riccardi è impegnato in Caro Lucio ti scrivo, un contest sui ricordi lasciati dal cantautore bolognese promosso da Unipol Banca e Giostra Film (la foto che illustra il post si riferisce proprio al contest). È a un passo dal vincerlo. Possiamo votarlo seguendo questo link:
https://www.facebook.com/l.php?u=https%3A%2F%2Ffbtabhost.com%2Fcaroluciotiscrivo%2F%3Fpage_id%3D23%26lb%3D1168&h=cAQGP4Lcg&s=1

Geppe Inserra

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