Il ballottaggio monco, le regole miopi, gli autogol del centrosinistra

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Comunque vadano le cose al ballottaggio, avrà molto da rimpiangere e su cui riflettere, il centrosinistra in Italia e in Capitanata. Non mi interessa se la decisione assunta dal comitato provinciale per le primarie sia conforme o meno alle regole. Non mi interessa nemmeno sapere a quale dei due contendenti sarebbero finiti i voti. Il punto su cui rammaricarsi e riflettere è uno ed uno solo: è stato impedito di partecipare al ballottaggio a 793 elettori di centrosinistra (tanti dovrebbero esserne, visto che solo 9 delle 802 istanze ricevute sono state approvate dal comitato dei garanti), che avevano sottoscritto l’appello di Italia Bene Comune e che in qualche modo avevano espresso la loro volontà di prender parte alla nuova stagione della politica che nelle intenzioni dei promotori le primarie dovrebbero aprire (speriamolo ma viste le premesse…).

Settecentonovantatre elettori non sono per niente pochi, in tempi di crisi profonda della politica e della partecipazione. Eppure si è sbattuta la porta in faccia a questi cittadini.
È vero che l’art.14 del regolamento per le primarie stabilisce che “possono altresì partecipare al voto coloro che dichiarino di essersi trovati, per cause indipendenti dalla loro volontà, nell’impossibilità di registrarsi all’Albo degli elettori entro la data del 25 novembre”, ma come rendere l’interpretazione di questa norma coerente ed armonica con il ben più importante principio delle Primarie (il terzo), che sancisce il “carattere aperto delle primarie”?
Semplice. Sarebbe bastato applicare il buonsenso applicando alla lettera, non restrittivamente né capziosamente, proprio quanto previsto dall’art.14.4, accontentandosi che l’elettore dichiarasse “di essersi trovato, per cause indipendenti dalla sua volontà, nell’impossibilità di registrarsi all’Albo degli elettori entro la data del 25 novembre”.
I cittadini sono studi della politica perché la ritengono troppo costosa e troppo burocratizzata. Il comitato aveva un’ottima occasione per dimostrare che non è sempre così. Invece sapete cosa ha fatto? Ha interpretato l’articolo cruciale del regolamento nel senso più restrittivo possibile, e cioè che “non sono ammissibili deroghe in tutti i casi in cui l’impedimento dedotto non riguardi tutto il periodo dal 4 al 25 novembre e non venga indicato un impedimento verificabile ex post, come indipendente dalla volontà.” 
A Pierluigi Bersani e a Matteo Renzi, nonché ai loro rappresentanti locali, vorrei porre un sommesso interrogativo, di carattere più generale, per la serie: le regole vanno rispettate, ma se sono stupide vanno cambiate. 
Mettiamo il caso che tra gli elettori cui è stata negata la possibilità di votare al ballottaggio (sono circa centomila in tutta Italia) ce ne fossero moltissimi che non hanno partecipato al primo turno semplicemente perché non volevano farlo, perché erano disamorati della politica, perché avevano deciso di votare per Beppe Grillo e che si sono invece decisi all’ultimo momento, perché convinti dopo aver visto il confronto in tv della bontà dell’uno o dell’altro candidato? Non è un clamoroso autogol impedir loro di votare?
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Author: Geppe Inserra

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