Ecco come la Capitanata potrebbe diventare una Regione

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Meglio abolire le Province, o le Regioni? Sembrava uno
scherzo, una boutade, un argomento di discussione sollevato da alcuni amici di
Lettere Meridiane. E invece potrebbe diventare una serie ipotesi di lavoro,
dopo che l’ha sdoganata qualche giorno fa, sul Corriere della Sera, Sergio
Rizzo, uno degli opinionisti più critici verso l’Ente intermedio e tra i tenaci
fautori della sua soppressione.

Rizzo ha sposato una proposta formulata nello scorso mese di
marzo dalla Società Geografica Italiana, che risponde all’interrogativo di cui
sopra in un modo senza dubbio innovativo: il dilemma se sia meglio sopprimere l’uno
o l’altro ente territoriale viene superato nel senso di riformare (rivedendone
i confini territoriale) sia le Province, che le Regioni in modo da farle
coincidere. Il riaccorpamento del sistema delle autonomie locali porterebbe
alla nascita di 36 Dipartimenti, che assommerebbero tanto le competenze
attualmente in capo alle Regioni, quanto quelle delle Province.
L’ipotesi – che ha una sua indubbia pregnanza scientifica,
visto che ad avanzarla sono stati i geografi, che si occupano di territorio per
professione – ricalca, a grandi linee il Progetto Strategico Quadroter presentato
nel  1999 dal Consiglio Nazionale delle
Ricerche. Il governo ha mostrato un certo interesse all’idea dei geografi:
qualche giorno fa il sottosegretario agli Affari Regionali, Walter Ferrazza, ha
insediato un tavolo tecnici che approfondirà la questione.
La proposta – che la Società Geografica Italiana ha
illustrato nei dettagli in una interessante pubblicazione disponibile on line
ha anche un suo appeal politico, in quanto potrebbe alla fine mettere d’accordo
tutti e smuovere le acqua in un momento in cui il confronto sembra essersi
insabbiato.
Per quanto riguarda la Puglia come si vede nella cartina
sopra, la proposta della SGI avrebbe addirittura del clamoroso: la regione
tornerebbe infatti a diventare, come recitava il suo antico toponimo, le Puglie, con
la nascita della Regione Salento e, per quanto riguarda la Capitanata, con l’accorpamento
tra la provincia di Foggia  e quella di
Campobasso.
Sarebbe il trionfo di quel sogno che da anni sta portando
avanti Gennaro Amodeo ed il riconoscimento di un’antica aspirazione “autonomistica”
della Capitanata, che venne a galla già subito dopo la seconda guerra mondiale,
durante il dibattito della Costituente, ma senza successo per i sostenitori di
quella idea.
La Puglia che torna ad essere la Puglie, con l’aggregazione
della provincia di Campobasso alla provincia di Foggia , la nascita della
Regione Salento che metterebbe assieme le province di Lecce, Brindisi e
Taranto, mentre la vecchia Puglia resterebbe limitata soltanto alla vecchia
Terra di Bari, con la provincia del capoluogo regionale, che andrebbe a
riprendersi l’attuale Bat.
La proposta è interessante perché consente quella governance
dei territori subregionali (si pensi proprio alla Puglia, che è una regione
lunga e di per se stessa molto diversificata) che come abbiamo scritto più volte, potrebbe risultare compromessa dalla soppressione tout court delle
Province. Speriamo che il sesso gettato nell’acqua stagnante di un dibattito
sempre più asfittico, riesca a riaprire il confronto.
A fianco la cartina dell’Italia così come risulterebbe in
base alla proposta della SGI e di seguito l’elenco completo dei 36 dipartimenti
prospettati:

1. Aosta, Verbano-Cusio-Ossola, Novara, Biella, Ivrea
2. Torino
3. Cuneo, Asti, Alessandria
4. Milano e Pavia
5. Bergamo, Como, Lecco, Varese, Sondrio, Monza-Brianza
6. Piacenza, Cremona, Parma
7. Brescia, Verona, Mantova
8. Trento e Bolzano
9. Venezia, Padova, Vicenza, Treviso, Belluno
10. Trieste, Udine, Pordenone, Gorizia
11. Ferrara e Rovigo
12. Genova, Savona, Imperia
13. Bologna, Modena, Reggio Emilia
14. Ravenna, Rimini, Forlì Cesena
15. Pisa, Livorno, La Spezia, Lucca, Massa e Carrara
16. Firenze, Arezzo, Pistoia, Prato
17. Siena e Grosseto
18. Ancona, Pesaro-Urbino, Macerata, Ascoli Piceno, Fermo
19. Perugia e Terni
20. Roma, Viterbo, Rieti
21. Latina, Frosinone, Isernia
22. L’Aquila, Pescara, Chieti, Teramo
23. Napoli e Caserta
24. Salerno, Benevento, Avellino
25. Potenza e Matera
26. Foggia e Campobasso
27. Bari e Bat (Barletta-Andria-Trani)
28. Lecce, Taranto, Brindisi
29. Cosenza, Catanzaro, Vibo Valentia, Crotone
30. Reggio Calabria
31. Messina
32. Catania e Siracusa
33. Ragusa, Agrigento, Caltanissetta, Enna
34. Palermo e Trapani
35. Cagliari, Carbonia-Iglesias, Medio-Campidano, Oristano
36. Sassari, Nuoro, Olbia-Tempio.
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Author: Geppe Inserra

1 thought on “Ecco come la Capitanata potrebbe diventare una Regione

  1. Con tutto il rispetto, mi sembra la tipica ipotesi estiva di nessuna valenza pratica. Sia perché Province e Regioni non sono affatto la stessa cosa (le prime sono organi meramente amministrativi, le seconde hanno potestà legislativa), sia perché la cartina d'Italia (disegnata "provvisoriamente" da Cesare Correnti e dalla Società Geografica nelle immediate vicinanze dell'Unità) non è frutto di un trattato scientifico, ma della storia. Che fa sì, ad esempio, che la Vallée sia una Regione autonoma malgrado sia più piccola della sola Andria. Non ci farei molto affidamento, anche se sotto l'ombrellone può essere un divertissement gradevole.

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