We love Foggia, l’analisi di Ciccarelli, la necessità di imparare a “pensare pugliese”

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Manrico Trovatore, alias Enrico Ciccarelli, l’ha scritto su Lettere Meridiane in tempi non sospetti, quasi anticipando la svolta della conferenza stampa “We love Foggia”, propiziata dal governatore pugliese Nichi Vendola. Da eccellente osservatore del panorama amministrativo regionale aveva colto i segni nuovi che andavano profilandosi all’orizzonte nei rapporti tra la Regione Puglia e la Capitanata.
La conferenza stampa si è svolta il 6 agosto scorso. Due giorni prima, Ciccarelli aveva depositato nella bacheca dei commenti di Lettere Meridiane interessanti riflessioni sul foggianesimo e, più in generale, sul non sempre facile rapporto tra la Capitanata e la Regione Puglia. Il commento si riferisce al post in cui aveva positivamente sottolineato – additandola ad esempio di buona prassi nei rapporti con la Regione – l’esperienza molto positiva che da un paio di anni Ciccarelli sta facendo quale componente del cda dell’Apulia Film Commission.

“Devo dire che proprio la mia esperienza in seno all’Apulia Film Commission – ha scritto Ciccarelli – mi fa considerare spesso pretestuose e immotivate alcune lamentele che vengono dal territorio della Capitanata. Segnalo due questioni: la scarsissima intraprendenza progettuale (partecipano ai bandi della nostra Fondazione pochissimi progetti filmici, grandi o piccoli che siano, ambientati in Capitanata), e la rissosità endemica che, frammentando in modo ossessivo le iniziative, taglia le gambe a qualsiasi ambizione vada un po’ oltre l’iniziativa individuale. Non mi pare che sia un’esclusiva del mondo del cinema, anzi! Direi che vi si vede riflessa, con punte di particolare parossismo, un carattere meridionale tipico.”
Affrontando poi il tema caldo del “foggianesimo”, Ciccarelli prosegue: “Lo stesso vale per la natura autoreferenziale delle istanze. Prendiamo la certezza assoluta che la Regione Puglia “ci maltratti”. Io sto seguendo da poco per ragioni professionali l’attività del nuovo assessore al Bilancio, Leonardo Di Gioia. Qualcuno si è accorto che la Regione Puglia si accinge a fare un investimento di circa venti milioni di euro per donare all’Università la Caserma Miale? È pervenuta la notizia che il dipartimento d’urgenza del Policlinico di Foggia è finanziato con SESSANTA MILIONI di euro? È stato registrato il finanziamento di 2,5 milioni di euro votato all’unanimità dal Consiglio Regionale per il Dipartimento Interateneo di Ingegneria? Si è preso nota dello stanziamento di VENTIDUE MILIONI DI EURO per il dissesto idrogeologico di Marina di Lesina (dove se non erro abitano foggiani, non baresi)? Qualcuno ha dato un’occhiata ai progetti finanziati nell’Accordo di Programma Cipe per i trasporti? Non mi risulta. So che si insiste invece, anche da parte di persone di un certo acume, nella richiesta (folle) di far finanziare dalla Regione i voli dal Gino Lisa, ad un costo per passeggero assolutamente esorbitante (chi vola con Ryanair costa alla Regione Puglia poco più di sei euro; quelli che hanno volato con Darwin ne sono costati cento). Così, non appena un capriccio, l’istanza capotica di un microinteresse o una rivendicazione demagogica non vengono soddisfatte, si dà la stura alla solita idiotissima manfrina sulla Puglia “che si ferma all’Ofanto”, su Vendola che dimentica la Capitanata, sulla Mitologia dello Scippo, perenne alimento di una città che conosce solo “stoviglie color nostalgia”, per dirla con Guccini. Non dico questo perché non si possano o non si debbano avere doglianze nei confronti dell’Ente Regione o dell’Apulia Film Commission o di chi volete voi: lo dico perché questo è il contrario di un atteggiamento laico e responsabile. È la strategia perdente di chi non si accorge del mondo intorno a sé e adotta l’atteggiamento del servo che impreca o implora a seconda delle circostanze.”
Se Ciccarelli ha in qualche modo previsto la positiva evoluzione  dei rapporti tra la Regione e la Capitanata non è perché possiede particolare doti divinatorie. È però un eccellente giornalista che, come tale, sa interpretare i segni, sa leggere il contesto.
Il ragionamento di Enrico, che condivido ampiamente, mi spinge ad una riflessione sulla necessità di rinnovare (più precisamente ampliare) il punto di vista quando si parla della Regione, dei rapporti con la Regione. Spesso non abbiamo né la capacità di osservare, né la capacità di essere parte attiva di questi rapporti, salvo poi a lamentarci quando le cose non vanno come vorremmo.
Dovremmo imparare, insomma, a stare meglio dentro la Puglia. A sentirci più pugliesi, se necessario. Un sintomo di questa mancanza di punto di vista o, se preferite, di punto di vista distante, mal posizionato, giunge proprio da un aspetto della conferenza stampa “We lode Foggia” messo in evidenza ancora da Ciccarelli in un un altro intervento molto lucido e intelligente. Commentando il post di Lettere Meridiane dedicato alla conferenza stampa “We love Foggia”, Enrico scrive: “Il tema è interessante e il resoconto accurato. Vorrei però far notare una cosa: alla lunga conferenza stampa organizzata da Vendola per parlare di Foggia non c’era nessun giornalista di Foggia. Il sintomo più evidente della devastazione di un comparto produttivo e culturale. Pieno di difetti, naturalmente, in tutti i suoi protagonisti, dagli editori ai giornalisti, ma che Foggia ha lasciato affondare senza un palpito, talora nella malcelata soddisfazione di alcuni esagitati. Si può dire che anche questo è foggianesimo?”
Forse non è foggianesimo, in senso stretto, ma è un ulteriore, preoccupante indizio della difficoltà di allargare gli orizzonti di cui dicevo prima, di avere un punto di vista positivo.

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Author: Geppe Inserra

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