La bellezza c’è. Basta saperla vedere.

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Caro Geppe,
hai la straordinaria capacità di tenere le fila di un sorta di “corale dauna”: da Foggia al Tavoliere, dal Gargano al Subappennino dauno, ragioni continuamente di temi, luoghi, persone che riesci a rendere singole pagine di un’unica partitura.
Tu e Lettere Meridiane siete indispensabili.
Gianni Pellegrini
* * *
Caro Gianni,
grazie per le tue bellissime parole. Anche a nome di Lettere Meridiane, che ormai è un po’ me e un po’ voi. Voglio confidarti un segreto. Mi sarebbe tanto piaciuto saper dipingere, disegnare, avere quel talento che riesce a fermare l’attimo, e rappresentarlo, e renderlo eterno. Ma mi riesce difficile perfino a fare la O con un bicchiere.
Quando mi sono reso conto che non sarei mai diventato un grande artista, ho imparato a unire i punti. Hai presente quei giochini che vengono pubblicati dalle riviste enigmistiche, con quei puntini numerati che devi collegare uno dopo l’altro?
Segui i numeri e alla fine ti viene fuori una forma che non sospettavi.
Ecco, io e Lettere Meridiane uniamo i punti e talvolta il risultato è una forma che all’inizio non sapevi. Ma il merito non è il nostro (uso il plurale perché ormai – come ho già detto – Lettere Meridiane è un po’ me e un po’ voi). Il merito è della forma che emerge dall’umile esercizio del collegare punti sparsi e disordinati. La forma c’è, preesiste.

Certo, nella vita quotidiana che ti circonda e ti sommerge non ci sono i numeri della Settimana Enigmistica a guidarti. Devi cercarteli da solo. Basta saperli scovare spesso confusi e sommersi dal grigiore delle cose che non funzionano, delle piccole grandi brutture che ci angustiano.
Ma la forma c’è. Sta lì che attende di essere riconosciuta, raccontata una volta che si sono collegati l’uno dopo l’altro tutti i punti.
Quel che conta è sapersi emozionare. Quel che importa è non rinunciare mai a stupirsi.
Geppe Inserra
[La bella foto che illustra questa lettera meridiana è di Michele Sepalone, un altro che si diletta a collegare puntini, per portare alla luce la bellezza.]

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Author: Geppe Inserra

2 thoughts on “La bellezza c’è. Basta saperla vedere.

  1. GIUSTO GEPPE MA…
    … fino a quando forze avverse e soverchianti non ci sottraggono lentamente i punti di congiunzione, rendendoli evanescenti, mentre tutto s’affievolisce, scompare a poco a poco: un suono, una luce, un angolo di una strada, un vecchio edificio, un’immagine, un profumo, divengono pallidi ricordi…

    Solo allora, se intanto non ci vengono meno le forse per le tante battaglie perdute e, le aspirazioni, i sogni e le "cose" ai quali abbiamo dovuto rinunciare pensando che altri nobili fini e beni materiali o immateriali le avrebbero nonostante tutto sostituite prendendone il posto, ci accorgiamo di avere disponibile oramai un quadro d'insieme insoddisfacente per il nostro spirito vitale…

    E allora ci sorge il dubbio che il moto delle forze contrarie e la loro risultante prevalente, operando separatamente dalla nostra umanità, non abbiano mai smesso di agire, generazione dopo generazione e che siano invincibili perché indefinite pur avendo luogo nella nostra psiche, in quella di tutti coloro che ci circondano e che dovrebbero avere in fondo i nostri stessi dubbi.

    E allora, che cosa ci porta ancora a sperare?

    Altre forze operano dentro di noi e nella comunità estesa tutta. Sono forze positive che vogliono il meglio, che amano il bello, che desiderano la prosperità e la pace per sopire tutte le lotte, quelle inutili che non dovrebbero neppure avere luogo se non altro perché abbiamo sperimentato che passando da uno stato di equilibrio ordinato ad uno disordinato la nostra entropia aumenta.

    La nostra principale aspirazione?
    Rendere queste forze prevalenti opponendoli a quelle negative.
    E' per questo che continuiamo ad operare. Almeno molti lo fanno.
    Per mantenere saldi quei punti, per permettere quelle congiunzioni che sono le nostre costellazioni su questa terra…

  2. Foggia è una città che avanza al singolare e indietreggia al plurale.
    Non ho ricette o medicine miracolistiche per cambiare la situazione (nè, da solo, potrei), però mi baso molto sull'esperienza e cerco di far tesoro del potere incisivo che ha questa forma di osservazione e indagine.
    Tornando indietro nei vari periodi trascorsi della mia vita (ho 56 anni, ma la forza mentale di un ventenne), mi accorgo che veramente poco è accaduto e il trend è paurosamente negativo, fatte le solite encomiabili resistenze ed esperienze.
    Io non vedo nelle foto del bravissimo Sepalone una Foggia bellissima e suggestiva. Prendete quella che APPARE bella nella foto di piazza Cavour. Lo scatto, i colori, la suggestione poetica producono solo un'immagine. Ma se poco poco gratto quell'immagine (che di per sè, ovviamente, è davvero molto bella) emerge il VERO volto di Foggia e non quello SUGGESTIVO di Sepalone. Quell'immagine non ci fa vedere i barbari che distruggono IN PIENO CENTRO E SOTTO GLI OCCHI (E NEL DISINTERESSE) DI TUTTI addirittura le panchine, i cestini, le vetrine, le piante, piazza Giordano! Non ci racconta di strade-gruviera, di Codice della Strada disprezzato! Non ci fa sentire i clacson impazziti, le autoradio effetto TUNING, i motorini che scorazzano sui marciapiedi! E mi sono limitato al ristrettissimo perimetro del solo pieno centro di Foggia.
    Questo per dire cosa? Che se 5 fanno la cosa giusta e 95 no, quale destino potrà mai registrare un reale cambiamento nel DNA dei foggiani?
    Le forze prevalenti sono negative anche all'interno di quelle istituzioni, in quegli ambienti che crediamo di ritenere – tutto sommato – operanti per il bene della città.
    Non sono così stupido da rinunciare a svolgere con scrupolo e impegno positivo il mio ruolo – di cittadino, di contribuente, di lavoratore, di appassionato ricercatore – ma sono ormai convinto che nulla saprà e potrà invertire questo malefico trend.
    Estremizzo: Foggia è una città alla quale è stato diagnosticato un cancro e le metastasi sono ormai in azione su più versanti.
    Le encomiabili 'iniezioni di fiducia' dei pochi, veri appassionati al bene comune nulla possono contro il devastante processo che quel cancro ha (da decenni) avviato.
    Reagire si può?
    Reagire si deve sempre, perché ognuno – alla fine dei suoi giorni – deve poter dire: "Io ci ho provato e ce l'ho messa tutta".
    E' con la propria coscienza che bisogna fare i conti OGNI GIORNO.
    Ecco perché quel trend è ormai sempre negativo.
    Reagire si deve: con la forza della ragione, con nuove armi che non siano le 'faccine' e i ridicoli 'Mi piace' di FB.
    Quando quei due numeri che citavo (5 e 95) invertiranno il loro peso specifico, solo allora avremo una realtà diversa e largamente significativa.
    Per ora si avanza al singolare e si indietreggia al plurale.
    (m.d.t.)

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