Foggia e il gioco dell’oca: quel tiro sfortunato che ci ha riportati indietro (di Franco Antonucci)

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Per commentare gli insoddisfacenti risultati dell’annuale classifica della qualità della vita delle province italiane stilata dal Sole24Ore (siamo al 102° posto) Franco Eustacchio Antonucci, architetto, urbanista ed attento osservatore dei problemi economici e infrastrutturali della Capitanata, è ricorso alla metafora del gioco dell’oca, che mi pare particolarmente azzeccata per descrivere le due velocità che caratterizzano il Paese, ma che disegnano anche la mappa dei Sud nel Sud, ovvero di quei territori che marcano significative differenze (in peggio) rispetto a territori provinciali confinanti, come Foggia con Bari.
Al gioco dell’oca può succedere che un tiro fortunato ti faccia giungere – oca su oca – fino al traguardo. Così come un tiro sfortunato può riportarti indietro di decine e decine di caselle. Che è quanto è successo alla nostra terra, ricca di risorse e potenzialità, che restano però ancora inespresse.
Ecco la seconda puntata delle riflessioni di Antonucci, che ringrazio, a nome degli amici e lettori di Lettere Meridiane, per le sue osservazioni acute ed intelligenti. (g.i.)

* * *

Continuo da solo il Gioco dell’oca di Capitanata, visto che ancora nessuno ha deciso di partecipare attivamente. Salvo l’interessante commento giovane di Danilo Cavaliere di Manfredonia (viso sveglio. Complimenti!) che dice : “I collegamenti non sono un problema.. La Capitanata è già avanti rispetto ad altri territori… Il problema è la mentalità da pastori che abbonda nella nostra terra!”.
È uno sfogo comprensibile, che estrapola una pur nobile funzione del passato, e riportata ad una sminuita condizione attuale. Degradata da tanta inerzia, disattenzione, ed egoismo, come quando io dico che i foggiani, persone intelligenti e fantasiose (Renzo Arbore, dove sei?), si chiudono nella loro piccola inerzia di benessere, ignorando il contesto.

Cari amici foggiani, dove siete? Guardate fuori dai vostri piccoli paradisi illusori e partecipate alla ricostruzione di un panorama collettivo territoriale. Almeno a vantaggio dei vostri “giovani”, che scalpitano e che si arrabbiano. E che sono molto più bravi di tutti noi, maturi, soprattutto perché cominciano a guardare oltre i nostri orizzonti corti.
Cari foggiani, dovete decidere una buona volta di essere più intraprendenti. Per voi stessi e per chi sta venendo dopo di voi.
La recente Graduatoria della qualità della vita, caro Danilo, non entra in merito al sistema dei grandi collegamenti territoriali. Però hai ragione. Dalle analisi territoriali di recente effettuate, per esempio dal PTCP – Piano territoriale di coordinamento provinciale di Foggia, emerge che il sistema del collegamenti territoriali di Capitanata è ricco, ma scoordinato. Quello che io vado dicendo da tempo è che occorre un intervento di riorganizzazione generale della mobilità territoriale. Che non sarà comunque mai coerente da solo, senza, cioè, un “progetto di territorio” (Territorio Snodo) globale unitario.
La stessa Graduatoria entra però in merito ad altri sub-parametri che evidenziano pro e contro, tra loro comunque logicamente collegabili. Mentre siamo, infatti, a un buon livello di “ecosistema” esteso (17/110 posto in Graduatoria specifica. Forse l’ecosistema è buono quando lo sviluppo è basso?), d’altra parte siamo a livelli scadenti per quanto riguarda il welfare (91/110 per il sistema welfare globale). Come dire che siamo in un paradiso ambientale, con una parallela sofferenza in termini di strati sociali più disagiati. (!?). Paradiso al tempo stesso perduto.
Però siamo una popolazione ben “informata” se sulla copertura della “banda larga” stiamo al 53/110 posto della Graduatoria specifica nazionale. (!?). Bene informati su che?
Siamo un popolo contraddittorio. Forse perché ci ostiniamo a stare nelle nostre piccole nicchie.
Continua…
Eustacchiofranco Antonucci. 20-12-2016

Per leggere la prima parte delle riflessioni di Antonucci, cliccare qui.

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Author: Franco Eustacchio Antonucci

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