Figlio del proprietario di una delle più importanti aie pubbliche di San Giovanni Rotondo, Mario Delli Muti è stato una preziosissima fonte di fiabe, racconti e canti della tradizione garganica, che ha gelosamente riportato su alcuni quaderni, attingendoli dall’ambiente pastorale e contadino.
I preziosi materiali di Delli Muti si riferiscono soprattutto alla cultura e alla tradizione zampognara di cui egli stesso fu un esponente di primo piano.
Particolarmente rappresentativa della qualità della produzione di Delli Muti è la fiaba Lo zampognaro di Pescocostanzo e le tre fate del Gargano, che Lettere Meridiane regala oggi ad amici e lettori.
La storia compare nel prezioso libro La zampogna nella Daunia, pubblicato qualche anno fa dal Crsec di Foggia, per iniziativa dell’allora direttore Michele Loffredo, a cura di Angelo Capozzi, Paolo De Angelis e dello stesso Mario Delli Muti.
A presentare il racconto magico è Capozzi, studioso di tradizioni e cultura popolare, autore di numerosi saggi.
“In questa fiaba, che é anche una leggenda religiosa ricca di elementi storico-geografici – scrive Capozzi -, si vuole evidenziare l’itinerario seguito dai pastori transumanti, ma soprattutto quello sacro, il percorso della Via Sacra, che verrà poi analizzato, per quanto riguardo le dinamiche di pellegrinaggio, da Delli Muti in altri racconti. La Strada Sacra – a nostro avviso – é la strada contraria al percorso del sole; se il sole nasce ad est e tramonta ad ovest, la via della salvezza, della redenzione, per gli antichi prima e per i cristiani poi, doveva svilupparsi da ovest ad est e quindi dall’Abruzzo al Gargano o se si vuole dalla Campania al Gargano (Benevento – Monte Sant’ Angelo).
Monte Sant’ Angelo é il luogo dove per tradizione si ritualizza la nascita del sole. Ci riferiamo qui alle tradizioni precristiane, adottate – con diverse finalità – anche dalla tradizione cristiana, quando il nuovo sole Cristo (riferimento essenzialmente spirituale e religioso) si sovrappone e si sostituisce al sole naturale (reale e religioso).
Per questo itinerario si avvia lo zampognaro di Pescocostanzo. Ma perché di Pescocostanzo? Probabilmente si intende rimarcare, a ben guardare, il rapporto di fratellanza, di gemellaggio con i paesi dell’Abruzzo e i vincoli politici ed economici che legano tale regione alla Capitanata, già dall’epoca dei preDauni e dei Dauni. È indicativo, in tal senso, il fatto che la città di Foggia sia anche oggi legata da gemellaggio con il paese di Pescasseroli, così come é molto probabile che anticamente i pastori sangiovannesi e garganici· avessero molti rapporti con quelli di Pescocostanzo e dei paesi limitrofi.
La nostra fiaba, che può ritenersi millenaria, non sottolinea con casualità il fatto che il protagonista é di Pescocostanzo, ma pensiamo che lo faccia piuttosto con causalità. Lo zampognaro incontra sotto il Morricone di Santo Petriccolo (un enorme macigno citato spesso nei racconti della tradizione sangiovannese) le tre fate del Gargano, rispettivamente quella di Rignano Garganico, di San Marco in Lamis e di San Giovanni Rotondo, che tradizionalmente ogni martedì, al calar del sole, si incontravano in quel posto per “relazionare” sui fatti che erano accaduti nei loro paesi. Il fenomeno si verifica al tramonto del sole e quindi le tre fate potrebbero essere tre dee lunari, rappresentazione trinitaria della Luna stessa.
Il fatto che le tre dee, riunite in una sorta di triade a formare un’unica divinità, rappresentino tre particolari paesi confinanti, indica in modo indiretto, ma probante, i vincoli di fratellanza dei tre paesi in questione e la loro comune origine (stesse divinità pagane, stessa origine).
Come si può notare, una fiaba del calibro di quella in questione, nasconde, nemmeno troppo velatamente, considerevoli informazioni: tra le tantissime altre, ad esempio, possiamo intuire che anche il premio, che alla fine della storia le fate danno allo zampognaro, costituisce una rappresentazione in chiave fiabesca del premio morale, religioso e spirituale che lo zampognaro merita per il sacrificio e il coraggio dimostrato nell’impegnarsi, tra mille insidie, a percorrere la Via Sacra, la strada della redenzione, secondo le indicazioni dei saggi della religione, ovvero i sacerdoti.
Il volume La zampogna nella Daunia – di cui torneremo a parlare nei prossimi giorni – è parte della grande raccolta denominata Libri di Puglia, progetto di digitalizzazione a cura di Nicola Pergola che ha lo scopo di rendere fruibile la produzione editoriale dei Centri regionali di servizi educativi e culturali e degli Assessorati alla cultura e alla Pubblica Istruzione della Regione Puglia, dal 1968 agli anni 2000.
Per scaricare la fiaba di Mario Delli Muti, Lo zampognaro di Pescocostanzo e le tre fate del Gargano (in versione pdf, con la versione originale in dialetto e la traduzione), cliccare qui.
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