Baricentrismo e colonialismo regionale hanno impoverito Foggia e la Capitanata (di Vincenzo Concilio)

Print Friendly, PDF & Email

In un commento all’articolo sull’ennesimo episodio di disimpegno di Trenitalia da Foggia (la chiusura del cosiddetto Impianti Equipaggi), scrivevo che questa volta non si possono addossare responsabilità alla geopolitica e al “baricentrismo” che tante volte hanno penalizzato il capoluogo dauno, ma che il movente va piuttosto ricercato nelle filosofie aziendali di Trenitalia. Resto della mia opinione, ma è innegabile che il contributo di Vincenzo Concilio che segue, pur sostenendo un’altra tesi, contenga seri e condivisibili elementi di riflessione.
Non credo che il processo di accentramento nel capoluogo regionale di uffici, funzioni, infrastrutture nevralgiche per lo sviluppo possa essere interpretato con gli schemi di quel fenomeno della Storia comunemente identificato come Colonialismo. Ma non c’è dubbio che, dalla istituzione della Regione in poi, abbia avuto luogo in Puglia un processo che ha impoverito le aree più estreme della Regione, favorendo il centro. Non è un caso che il malpancismo pugliese tocchi tanto il Salento (meno colpito rispetto alla Puglia settentrionale, avendo avuto la fortuna e la capacità di esprimere presidenti dei governi regionali) quanto la Capitanata (che non riesce ad essere unitarie neanche sul piano dell’analisi).
Leggetelo, condividetelo, ma soprattutto commentatelo, ed esprimete la vostra opinione. (g.i.)

* * *
La geopolitica ed il baricentrismo non c’entrano nulla?
Trenitalia e Rfi ormai ragionano come una multinazionale, conseguentemente devono massimizzare il loro profitto?
Trenitalia considera i suoi utenti numeri che devono generale profitti?
Tutto ha una sua forza peso e tutto ha una sua storia…
Globalizzazione è un termine adoperato a partire dagli anni ’90 del Novecento, per indicare “un insieme assai ampio di fenomeni, connessi con la crescita dell’integrazione economica, sociale e culturale tra le diverse aree del mondo”.
Nella sua accezione pragmatica,  ” la globalizzazione  può esercitare effetti positivi sull’economia mondiale ; in particolare, la liberalizzazione e la crescita degli scambi commerciali e finanziari potrebbero stimolare un afflusso degli investimenti verso le aree meno dotate di capitali e favorire una tendenziale riduzione del divario economico fra aree sviluppate ed in via di sviluppo” e questo varrebbe anche all’interno di uno stesso paese.
Ora, la storia della colonizzazione viene temporalmente prima di quella della globalizzazione che in se stessa potrebbe ancora significare o liberalizzazione o neocolonialismo.

L’unità d’Italia ed il colonialismo nazionale conseguente hanno una storia consolidata di quasi 160 anni mentre la globalizzazione è più recente.
Così pure il colonialismo regionale frutto della preminenza che lo Stato (e conseguenti investimenti) e i governi hanno attribuito a certe aree e a certe città, preminenza istituzionalizzata oggi con la nascita delle aree metropolitane.
Il manifestarsi del capitalismo nel suo aspetto imperialista colonialista non avviene solo tra paesi diversi, ma anche all’interno di un solo paese. Lo schema internazionale di sviluppo-sottosviluppo è riprodotto a livello nazionale fra regioni e settori economici.
Il “baricentrismo” è appunto questo genere di colonialismo regionale interno; è la preminenza che si eleva per autorità, prestigio e importanza su territori circostanti ai quali sottrae investimenti e contemporaneamente li concentra su di sè, rafforzando di continuo quella preminenza che viene istituzionalizzata.
Immaginiamo che il Gruppo Ferrovie dello Stato, nel configurare le proprie strategie, si rivolga in primo luogo ai responsabili politici delle aree più forti e preminenti per prendere delle decisioni e che questa trattativa debba essere reciprocamente vantaggiosa, cosicché Bari nel caso specifico ottenga di accentrare nella propria città e territorio, competenze che storicamente non le sono mai toccate, né le toccherebbero sul piano storico o di posizionamento strategico sul territorio…
È per questo che Bari ha potuto sottrarre a Foggia ben 35 uffici dirigenziali e bypassare la città di Foggia ed il suo territorio grazie alla modifica di un avverbio perché, nel linguaggio del potere, anche gli avverbi hanno un loro peso.
Insomma, non possiamo andare a Bari ed esclamare: “Oh che grande città”, senza conoscere la storia delle sottrazioni, degli accentramenti e della sua contemporanea crescita.
Mors Tua Vita Mea…
Qui, in chiusura non abbiamo approfondito la questione del colonialismo nazionale nè quella della globalizzazione che potrebbe anche non limitarsi alla interpretazione per cui ” non c’è più spazio per il territorio, per la comunità, per le persone umane” poiché da qualche altra parte, Bari o Milano che siano, c’è chi ne gode ampiamente.
Vincenzo Concilio

p.p1 {margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; text-align: justify; font: 11.0px Calibri}
p.p2 {margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; text-align: justify; font: 11.0px Calibri; min-height: 13.0px}

Facebook Comments

Hits: 43

Author: Geppe Inserra

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *