Foggia, altra batosta casalinga. Ma perché tenere Sarno fuori rosa?

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La mesta uscita dal campo dei giocatori rossoneri

Inutile (e pericoloso) illudersi. Di questo passo si finisce dritti dritti in Lega Pro. La terza sconfitta interna (1-3 col Cittadella) ha messo a nudo tutti i limiti di questo Foggia, autorizzando pesanti perplessità perfino sulla possibilità che il mercato di riparazione riesca correggere i difetti strutturali di questa squadra, costruita malissimo in estate. Anzi per chiamare le cose con il loro nome, una squadra più improvvisata che non costruita sulla sulla base di un progetto vero e proprio.
Paradossalmente il mercato estivo non solo non l’ha rinforzata ma l’ha addirittura indebolita rispetto a quella della scorsa stagione e perfino rispetto a quella di due stagioni fa allenata da De Zerbi.
La verità nuda e cruda è amara e impietosa: troppi giocatori rossoneri non sono da serie B, e il Foggia paga troppi errori di approssimazione e di presunzione.
La classifica non è ancora disperata. Ma il Foggia è ormai impigliato nei bassifondi della classifica, un solo punto sopra la zona retrocessione diretta, con tutti i rischi che ne conseguono.

Alla presa d’atto della inadeguatezza di una squadra che aveva troppo presto nutrito sogni di gloria, c’è da aggiungere il pesante problema della panchina, che è maledettamente corta.
Fino all’infortunio di Mazzeo i satanelli erano riusciti a bilanciare le gravi lacune difensive con una discreta capacità offensiva,  determinata soprattutto dalle grandi prestazioni del bomber.
Adesso che il centravanti è fuori è buio pesto. E quel che è peggio si continuo a navigare a vista. Ribadisco quanto già detto un paio di settimane fa: con Mazzeo infortunato, è incomprensibile ostinarsi a tenere fuori rosa Sarno, che lo stesso Stroppa in passato ha spesso schierato al centro dell’attacco.
Da salvare della partita con il Cittadella c’è solo la bella prova di carattere. I ragazzi di Stroppa ce l’hanno messa tutta fino al triplice fischio. C’è da dire che il Cittadella era la peggiore avversaria che potesse capitare al Foggia dopo la sfortunata sconfitta nel derby.
La squadra di Venturato approdava allo Zaccheria forte di un impressionante filotto di vittorie esterne, culminate qualche giorno fa nella eliminazione della Spal dalla Cappa Italia. La differenza di livello tra le due formazioni è apparsa netta, accentuata dalle solite distrazioni difensive, e dalla strutturale debolezza del pacchetto arretrato: 36 reti al passivo in 18 partite, all’incredibile media di 2 gol a partita.
Ancora una volta il comportamento del pubblico è stato esemplare. I tifosi hanno sostenuto la squadra fino al triplice fischio. Ma subito dopo dalle curve è partita la contestazione. Forse i meno colpevoli sono proprio i giocatori, che in campo hanno dato tutto.
Per la prima volta la squadra non è andata a salutare il pubblico sotto le curve, ed anche questo è un segnale poco incoraggiante.

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Author: Geppe Inserra

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