Com’era facile prevedere, la bella canzone di Max Gazzé che al Festival di Sanremo ha messo in versi e musica la Leggenda di Cristalda e Pizzomunno sta portando Vieste all’attenzione della stampa nazionale e internazionale.
Va sottolineato che la bella canzone non racconta una storia che potrebbe essere ambientata in tutte le parti del mondo, ma una leggenda fondata su uno dei maggiori attrattori turistici della cittadina garganica, riconosciuta capitale del turismo pugliese: il faraglione che svetta sulla spiaggia di levante, che viene espressamente citato, così come Vieste.
“Con una dolcezza degna di una poesia – scrive l’Huffington Post -, il cantante rievoca la leggenda di Cristalda e Pizzomunno diffusa a Vieste, città pugliese famosa per il suo mare cristallino.”
Il quotidiano si sofferma naturalmente proprio sul faraglione, citando Gazzè che canta: “Così la gente lo ammira tuttora gigante di bianco calcare che aspetta il suo amore rapito e mai più tornato. Ma la leggenda del tragico amore – conclude l’Huffington Post -, continua e narra che ogni cent’anni in un alba d’agosto la bella Cristalda risale dagli abissi per rivivere la sua storia d’amore con Pizzomunno tornato uomo.”
Erano in molti ad aspettarsi, prima di Sanremo, una notevole ricaduta in termini di immagine per Vieste. Ma erano in pochi a prevedere una risposta così entusiasmante, merito soprattutto della bellezza della canzone, tutt’altro che scontata o furba, come spesso succede nella musica leggera italiana. Una canzone scritta con il cuore, che trasuda poesia.
I viestani, i garganici, i pugliesi incrociano le dita e sognano che Cristalda e Pizzomuno possa svettare stasera e tornare ad abbracciarsi, sul gradino più alto del podio sanremese.
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Luigi Paglia: Gazzè ha ottenuto l’unico vero significativo riconoscimento del Festival in quanto è stato premiato da veri esperti, ossia dal gruppo dei musicisti dell’orchestra che conoscevano in profondità l'ordito musicale di tutte le canzoni, avendole provate, riprovate ed eseguite.