Il PUG riparte da Karrer. Anzi no, ricomincia da zero.

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L’urbanistica foggiana ricomincia da Karrer, ma sarebbe il caso di dire che ricomincia da zero, perché il solo elemento di continuità tra il documento programmatico preliminare del Pug della città approvato dal consiglio comunale nell’ormai lontano 2006 e l’incarico per la redazione del Pug vero e proprio sta nel nome del tecnico, che è appunto il prof. Francesco Karrer, che si è aggiudicato la gara indetta dal Comune.
Nei dodici anni che intercorrono tra l’approvazione del documento programmatico preliminare ad oggi, in città è successo di tutto, dal punto di vista urbanistico ed edilizio, al punto tale che parlare di “attualizzazione” del Dpp è nella migliore delle ipotesi un eufemismo.
Questo è quanto, con toni e accenti diversi, è venuto fuori dall’incontro promosso dal pool di associazioni e gruppi che, a Parcocittà, sta cercando di riflettere sulla città e sul suo futuro, nella prospettiva dello sviluppo compatibile disegnato dall’Agenda 2039 dell’Onu: “un tentativo – ha spiegato aprendo i lavori l’ing. Giovanni Quarato, esponente del Cup (Comitato unitario permanente degli Ordini e dei Collegi professionali) – di dare un contributo di riflessione e di proposta, per migliorare la città e il suo territorio”. Del cartello promotore fanno parte, oltre al Cup, Capitanata Futura, la Fondazione dei Monti Uniti di Foggia, le Acli, Legambiente, l’Arci, il Fai e Lettere Meridiane.
A fare il punto sullo stato dell’arte dell’urbanistica foggiana, all’indomani del conferimento dell’incarico allo stesso autore del Dpp di dodici anni fa, ci ha pensato l’assessore comunale all’urbanistica, Francesco D’Emilio, con un sereno e puntuale intervento.
“La ripresa dell’iter del Pug si situa all’interno di un percorso intenso, in parte governato dall’amministrazione in carica, in parte ereditato da quelle precedenti. Il Pug dovrà offrire il necessario ed armonico raccordo ai diversi piani e ai diversi interventi in itinere o in fase di concretizzazione”.

L’assessore D’Emilio li ha puntigliosamente elencati.
La sostanziale differenza tra la Foggia di 12 anni fa, quando venne varato il Dpp, è quella attuale sta essenzialmente nei numerosi accordi di programma (molti dei quali già realizzati, altri in fase di cantierizzazione) conclusi dall’amministrazione con imprenditori edili, spesso in variante al vigente Prg, targato Benevolo.
A intricare ulteriormente la matassa, i diversi piani e progetti che l’amministrazione ha approvato nel frattempo, alcuni dei quali sono ormai in dirittura d’arrivo come l’housing sociale (357 alloggi popolari, per fronteggiare la persistente emergenza abitativa, la Regione dovrebbe concludere finalmente l’iter, dopo un anno di silenzio), i Prusst (Programmi di riqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile del territorio, che interessano sia i privati che amministrazioni pubbliche), il Piano di recupero del Salice Nuovo, con la relativa variante, la costruzione della strada Orbitale, l’attuazione degli interventi previsti dal PUMS (Piano urbano per la mobilità sostenibile, che prevede tra l’altro la realizzazione di piste ciclopedonali e la delimitazione di un’area tratturale protetta, all’ingresso della città), la riqualificazione delle periferie con gli interventi di rigenerazione urbana che interesseranno Borgo Croci, la seconda stazione ferroviaria, sulla quale l’assessore ha puntualizzato che “ormai non è più soltanto una ipotesi, perché Rfi l’ha inserita nei propri programmi di investimento.” (Ne abbiamo parlato in un altra lettera meridiana, che potete leggere qui).
Tanta, tantissima carne a cuocere, che in qualche modo stravolge il Dpp, ma di cui – ha specificato D’Emilio – “il Pug dovrà tenere conto, per raccordare tutta questa mole di cose, e disegnare la nuova Foggia.”
Dopo aver definito l’urbanistica “un pensiero politico” l’assessore ha indicato un obiettivo, di largo respiro, a Karrer e al suo Pug prossimo venturo: sottrarre la città dal degrado che l’attraversa, tanto nelle periferie, quanto nei rioni più centrali. “Cosa vogliamo farne, per esempio, dei quartieri settecenteschi? cerchiamo di capire tutti insieme cosa vogliamo fare di questa città”.
La provocazione è stata immediatamente raccolta da Paolo Lops, vicepresidente dell’Ance provinciale, imprenditore ma anche architetto, tecnico di grande intelligenza e sensibilità. “Quella dello sviluppo sostenibile è una sfida che deve coinvolgerci tutti quanti, e che deve puntare senza riserve sulla rigenerazione urbana, evitando altro consumo di suolo. Sviluppo sostenibile significa riequilibrare le risorse che vengono consumate con quelle che vengono prodotte, e noi dobbiamo accettare la sfida.”
Anche Lops ha lanciato la sua sfida: “Lo sviluppo dev’essere circolare, o non è. Deve poter ridurre le diseguaglianze. Mi domando spesso se l’urbanistica può essere uno strumento per ridurre le povertà. Credo di sì, se impariamo a leggere i nuovi diritti e i nuovi bisogni che affiorano dalla città.”
Autore di numerosi saggi e articoli, “coscienza critica” dell’urbanistica foggiana, architetto, Matteo Pazienza, intervenuto per l’associazione Capitanata Futura, non si è smentito: “La verità è che siamo fermi a Benevolo e al suo Prg, che non è cosa da poco, considerato che parliamo di uno dei più grandi urbanisti italiani. E dopo Benevolo? Abbiamo assistito ad una valanga di accordi di programma che hanno stravolto la situazione. Il Pug dev’essere una cosa metodologicamente e sostanzialmente nuova rispetto al Prg. Deve individuare gli attrattori su cui costruire l’ipotetico sviluppo della città. In questo senso il Pug deve fondarsi su una conoscenza approfondita ed originale del territorio. Il tempo dell’edilizia fine a se stessa è ormai tramontato.”

Intenso il dibattito che si è sviluppato. Maria Rosaria De Santis, presidente dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Foggia, ha auspicato che il percorso del Pug coincida con “una pianificazione partecipata che riporti Foggia al centro di scenari di sviluppo: non basta riammagliare, è l’idea che deve portarci a riammagliare.”
Franco Cuttano, storico animatore del Comitato Pro Iriip ha invocato una maggiore attenzione verso le radici e le vocazioni della città, chiedendo che venga rivisto il progetto dei Campi Diomedei (il parco che sta sorgendo sull’area dell’ex Ippodromo, destinato a ridimensionare sensibilmente l’Iriip e la tradizione equestre ad esso connessa) e che vengano maggiormente tutelati e valorizzati i tratturi su cui si snodava una volta la transumanza.
Luigi Vigiano, consigliere comunale a Foggia con delega all’internazionalizzazione, ha auspicato che il Pug possa rappresentare per Foggia una opportunità per rilanciare la sua antica vocazione di città aperta. “Dobbiamo metterci in rete con altre città, e relazionarci costantemente con loro”. Per questo, sono essenziali la piena funzionalità dell’aeroporto Lisa e la seconda stazione.
In precedenza, erano intervenuti il sociologo Roberto Lavanna per la Fondazione dei Monti Uniti di Foggia e Geppe Inserra per Lettere Meridiane. Il primo aveva illustrato una serie di interessanti dati Censis sul Mezzogiorno, il secondo aveva individuato le ragioni della crisi che angustia il capoluogo dauno nella perdita della sua identità di città di frontiera. Entrambi gli interventi saranno pubblicati integralmente nei prossimi giorni.
Concludendo, l’assessore D’Emilio ha espresso il suo apprezzamento per l’elevata qualità della discussione.
Giudizio condiviso dall’ing. Giovanni Quarato, che ha coordinato i lavori:” Il Cup e le altre organizzazioni promotrici dell’iniziativa volevano dimostrare che è possibile una metodologia di approccio al Pug, e più in generale ai problemi della crescita e dello sviluppo della città basata sulla partecipazione. Credo che ci siamo riusciti”.

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Author: Geppe Inserra

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