Il reportage garganico di Anna Maria Ortese

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Tra i numerosi viaggiatori che hanno visitato e raccontato il Gargano un posto di spicco merita Anna Maria Ortese. Grandissima scrittrice e giornalista del secolo scorso, non ha avuto il posto che avrebbe meritato nella storia della letteratura italiana. E a dirla tutta, anche le sue pagine sul Gargano non sono tra le più note.
Per definire la sua prosa, originalissima e intensa, Massimo Bontempelli coniò il termine realismo magico. Altri hanno parlato di prosa visionaria. A mio modesto avviso, sono una espressione di giornalismo al massimo livello. I suoi reportage garganici restano tra le pagine più belle che siano state scritte sul Gargano, e forse anche tra le più vere.
Antonio Motta, finissimo intellettuale e scrittore di San Marco in Lamis, tra i maggiori conoscitori di Leonardo Sciascia è tra i pochi ad aver letto e studiato anche le opere di Ortese. In una intervista rilasciata a Michele Fumagallo su Arte & Carte sottolinea la grande attualità di quel reportage-racconto: “La mancanza di vita civile, la solitudine immensa che Anna Maria Ortese registrava cinquant’anni fa tra Rodi Garganico e Peschici, io continuo ad avvertirla, a sentirla nelle ossa e nel paesaggio.
La puntata odierna di Memorie Meridiane, la rubrica del nostro blog che offre a lettori amici gadget digitali che riguardano il nostro passato vi regala questo eccezionale reportage, intitolato Terra dimenticata, uscito nel 1951 su Noi Donne. Avevamo già pubblicato la trascrizione dell’articolo qualche anno fa. Ma la digitalizzazione dell’archivio del periodico dell’Unione Donne Italiane, ha reso possibile estrarre la copia anastatica digitale del prezioso documento, corredato di stupende immagini del Gargano, povero, selvaggio di 70 anni fa, non ancora nemmeno lambito dal boom turistico.

È un’autentica lectio magistralis di giornalismo, ma anche, per intensità e forza espressiva uno straordinario esempio di letteratura:  il realismo magico di Anna Maria Ortese riesce a raccontare un Gargano struggente, profondamente vero, a penetrarne l’anima e l’identità.

Potete scaricare qui la copia anastatica dell’articolo, in pdf. A questo link trovate, invece, le puntate precedenti di Memorie Meridiane.

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Author: Geppe Inserra

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