Con Nico Cirasola, la Puglia perde un pezzo di cuore

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Nico Cirasola era l’ospite che ogni conduttore di serata al cinema sognava di avere. Bastava lasciargli il microfono, e lui pensava al resto. Aveva una capacità innata di intrattenere il pubblico, anche il più riottoso, tipo certi studenti che per tenerli inchiodati alla poltrona al termine della proiezione, eri costretto a far chiudere a chiave le porte della sala.
E una volta che il ghiaccio era rotto, quegli stessi studenti non rimpiangevano di essere stati trattenuti. Si divertivano, ponevano domande, capivano che il cinema, come ogni altra forma di arte, serve a riflettere, a discutere, trascinati dalla straripante simpatia di Nico. Quante, indimenticabili serate così ho vissuto con lui…
È stato un ospite fisso o quasi del Festival del Cinema Indipendente di cui sono stato direttore artistico, assieme a Mauro Palma.
Fu proprio Mauro a presentarmi Nico, quando al Falso Movimento fece conoscere Cirasola ai cinefili foggiani proiettando i suoi primi due film “Da do da” e “L’odore della pioggia“, che lo segnalarono subito come un autore fuori degli schemi, dotato di grande genio e talento creativo.
Tra le sue opere che amo di più c’è “Bell’epokér“, in cui racconta il Teatro Petruzzelli, intrecciando la sua storia con quella di Bari. L’abbiamo portato in giro assieme su diversi schermi in provincia di Foggia, nell’ambito del festival itinerante.
La pellicola veniva apprezzata per la sua intelligenza, ma anche i tanti spunti di riflessione che offriva sui rapporti tra economia e cultura. Nico si stupiva un po’ del successo che il suo film otteneva sugli schermi non baresi: “Ho fatto un film che parla di Bari, e alla fine vedo che è più apprezzato da voi che non nella città che ho cercato di raccontare.”
Successo e fama internazionale gli giunsero con “Focaccia blues” (Premio “Ciak d’Oro” Mini-Bello & Invisibile) in cui racconta la storia, vera, di un panettiere che con l’impareggiabile sapore della sua focaccia sconfisse la concorrenza con il McDonald.
In un certo senso, il Festival del cinema indipendente di Foggia è nato e morto con Nico Cirasola, che fu presidente della Giuria nell’ultima edizione, nel 2014.
Lo convinsi a proiettare, fuori concorso, proprio “Bell’epokér“, e fu un trionfo. Nell’occasione, cogliendolo di sorpresa, perché non se l’aspettava, gli consegnai una menzione speciale della Direzione Artistica, che Nico ripagò con una della sua travolgenti performance che mandarono il pubblico in visibilio. La foto che apre l’articolo si riferisce al momento della lettura della menzione speciale, le altre, che potete sfogliare sotto, sono tratte da quella stessa serata e dalla serata conclusiva del Festival.
Con Nicola Cirasola, la Puglia perde non solo un esponente di primo piano del cinema e della cultura, ma un pezzo di cuore e di anima.
Geppe Inserra

Un gustoso siparietto tra Antonio Catania e Nico Cirasola. Nelle foto, l’amico e collega Angelo Casto, Mario De Vivo e Maddalena Zoppoli
Nico Cirasola con suo figlio, Luca Michele, Maddalena Zoppoli e Geppe Inserra
Nico Cirasola assiste alla serata conclusiva del Festival con Rocco Granata, protagonista del film “Marina”
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Author: Geppe Inserra

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