La politica torna a ragionare di futuro e di sviluppo, grazie alla prima Festa Provinciale di Sinistra Italiana, che ieri sera in largo Civitella si è cimentata con un tema nevralgico: “La seconda stazione ferroviaria, quali opportunità economiche e rischi per la Capitanata?”.
Vivace ed appassionato il dibattito che ha in fondo confermato i termini della questione, così come erano stati posti dagli organizzatori: la seconda stazione, utile a scongiurare che Foggia venga bypassata dall’alta capacità ferroviaria Bari-Napoli, può essere un’opportunità per il territorio, ma presenta rischi.
La conclusione è che non vi è fino ad oggi convergenza tra i diversi punti di vista, né per quanto riguarda l’opportunità della seconda stazione (comunque ormai espressamente annunciata da Rfi), né sulla sua localizzazione.
A ripercorrere la storia del progetto è stato il capo della redazione foggiana della Gazzetta del Mezzogiorno, Filippo Santigliano, che ha introdotto e moderato i lavori. Il progetto dell’alta capacità Bari-Napoli ha sempre previsto il bypass dell’attuale stazione di Foggia, per ridurre i tempi di percorrenza tra Bari e Roma. Inizialmente il baffo era stato collocato all’altezza di Borgo Cervaro, quindi è stato spostato in una zona molto più vicina all’abitato di Foggia, con il ripristino della cosiddetta bretella di Incoronata. L’opera era stata prevista in attuazione della Direttiva Viareggio, che dopo il disastro ferroviario occorso nella cittadina toscana, ha previsto che i treni merci non possano più transitare per le stazioni che si trovano nei centri abitati. “Peccato – ha commentato Santigliano – che la norma sia stata applicata solo a Foggia, una barzelletta, tenuto conto che se si facesse l’Energas a Manfredonia i convogli col metano passerebbero per Foggia.”
Gli accordi a suo tempo sottoscritti prevedevano che il raccordo sarebbe stato utilizzato “prevalentemente” per il traffico merci. Ed è stato proprio l’avverbio ad aprire la strada all’uso della bretella anche per le Frecce Argento, come sta accadendo da qualche mese con il treno no stop Lecce-Bari-Roma, il cui bilancio è però insoddisfacente: 900 posti da riempire sono tanti – ha sottolineato il giornalista – sembra che l’indice riempimento sia di appena il 23 per cento, troppo poco per pensare che Trenitalia non riveda i suoi piani.
Views: 0