Le domande hanno la forza di attraversare le distanze, come sassi contro una finestra, come lacrime nascoste e mai rivelate. Perché tanti umani muoiono per attraversare un mare che ormai sa di sangue e di finzioni affacciate agli scogli dorati? Perché, nel mondo liquido e capovolto, lo sciame mai domo dei poveri varca confini di morte? Tra qualche tempo, magari già adesso, un piccolo studente alzerà la sua mano e chiederà: “Maestro, era quello il suo tempo quando non sapevate fare altro che voltare il capo e ingoiare l’amaro che la Storia vi ha dato?”
Dovremo renderne conto. Troppi interrogativi irrisolti risuonano nelle coscienze, non può essere altrimenti. Così, per compiere insieme un atto di memoria, per dire che la scuola deve custodire le domande e moltiplicarle, l’Istituto Comprensivo Tancredi-Amicarelli di Monte Sant’Angelo ha deciso di posare una pietra d’inciampo all’ingresso della scuola. Una pietra d’inciampo per il ragazzo maliano, senza nome, che aveva cucito nella tasca la sua pagella preziosa. Una pietra d’inciampo per le migliaia di morti del mondo minore, per le vittime di tutte le traversate senza alcuna speranza. La pietra sarà d’inciampo per i lavoratori della scuola, per chi la dirige e per chi ci insegna; sarà d’inciampo per chi la abita, per gli studenti e le loro famiglie.
Fare memoria crea comunità, il gesto rende manifesto il passato e chiede di cambiare direzione, di ascoltare le domande, di non voltare ancora una volta la testa.
Giovanissimi studenti hanno letto la poesia che il filosofo Aldo Masullo ha dedicato al ragazzo: pagella di scolaro in fondo al mare.
“… Non t’è servita
a salvarti la vita
ma t’è rimasta stretta sopra il cuore
fedele come il cane di famiglia
a custodir del tuo abbandono l’onta
e finalmente sbatterne l’orrore
in faccia all’impunita indifferenza
della presente umanità d’automi.”
Presenti alla cerimonia il vicesindaco Michele Fusilli, l’assessore alla cultura Rosa Palomba e il parroco e professore don Domenico Facciorusso con un nutrito gruppo di studenti del Liceo Roncalli di Manfredonia impegnati in una giornata di riflessione e studio sui presidi della legalità. Entrambi hanno ricordato, con parole commosse, la vicenda umana dei tanti ultimi mai giunti nel mondo fortunato. Il sacerdote ha sottolineato il bisogno di diversità che ha la bellezza per essere tale, Michele Fusilli ha ripercorso emozionato la scoperta dolorosa della dottoressa anatomopatologa che ha rilevato la pagella lasciapassare, che purtroppo non è servita. Torna così alla mente la vignetta struggente di Makkox: il ragazzino seduto sul fondale che legge i suoi ottimi voti alle creature degli abissi. La dirigente dell’Istituto Tancredi Amicarelli, la professoressa Matilde Iaccarino, ha ripercorso i nodi importanti della giornata e ha dichiarato la voglia della sua scuola di farsi parte, di schierarsi dalla parte dei vinti, di coloro che non hanno più voce. Una scuola che accende fuochi di conoscenza e coscienza e si fa strada, famiglia e affetto, una scuola cucita e saldata nel suo territorio.
Intorno alla pietra d’inciampo si è celebrata una lunga giornata dedicata all’intercultura, tutti gli alunni sono stati coinvolti e messi in moto dalle note meticce e piene di energia dei Saraabà. La musica di Assane Diop e di Federico Scarabino è stata una lunga collana di emozioni, la presentazione del docufilm Amina di Luciano Toriello ha strappato applausi e tante domande curiose ad una folla felice di bambini e ragazzi. “Monte Sant’Angelo mi ha accolto, sono una persona fortunata, mi sento nella mia famiglia” ha detto Assane, musicista senegalese ormai adottato dal paese garganico. Questo piccolo episodio d’integrazione possa far ricordare alla cittadina la sua storia di viandanti. Santi, re, imperatori e papi mischiati nelle umili schiere dei romei. Un’umanità pellegrina che non ha fatto distinzione di provenienza per entrare in una grotta celeste.
Ripartiamo da questo, seminiamo pietre d’inciampo, mostriamo la diversità come radice di ogni bellezza e facciamo scuola per comprendere l’altro, per superare gli stereotipi e i pregiudizi e credere nel rispetto delle differenze.
Amina parla di un viaggio ancora da compiere, un’andata e ritorno non ancora concluso. Il viaggio che ancora ci interroga e ci indica come unici testimoni del nostro tempo, testimoni come ponti di memoria per sovvertire, per sempre, le parole arse di Erri de Luca: “La terraferma Italia è terrachiusa. Li lasciamo annegare per negare”.
Antonio Pirro
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